Page 55 - Odi e Inni
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impallidiscono; ansa nei pianeti
                         l’intimo fuoco, alto s’impenna il mare.



                         Escono le sibille dai segreti

                         antri d’Uràno. In riva dei canali
                         di Marte, in pianto, passano i profeti.



                         Pieno di pianto è il cielo de’ mortali
                         figli del Sole; e sangue rosso piove

                         nella penombra, a man a man che sali,


                         degli astri attorno al semispento Giove.






                                                            II


                         O tu, ricordi questa terra nera?

                         Volgono appena otto anni tuoi, da quando
                         tu lo vedesti, in una cupa sera,



                         un della Terra. Andava solo, errando,
                         senza speranza, col bordone in mano,

                         ma senza meta, dalla patria in bando



                         e da sé stesso: e nel cammin suo vano
                         ei s’arrestava, mentre l’ombra queta
                         calava, udendo un mesto suon lontano.



                         E dagli abissi uscita allor, Cometa,

                         tu fiammeggiavi lunga all’orizzonte.
                         Udiva il suon lontano di compieta,



                         che par che pianga. E lo toccasti in fronte.






                                                           III


                         Le stelle impallidirono. Non v’era
                         altro che te nel cupo cielo esangue

                         che tu sferzavi con la tua criniera.


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