Page 483 - La mirabile visione
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           quello..."   La ragione astrologica prevale, senza dubbio, nel
           cielo   Dantesco   di   Venere,   mosso   dai   Principati;   ma   Carlo
           Martello è un principe, e Cunizza è sorella di principe, e Folco fu
           vescovo. E tutti e tre parlano di "principare" in modo buono e
           retto; e un d'essi, convertito appunto al sopraprincipale principato,
           indica ai principi uno scopo divino nelle loro umane operazioni; il
           conquisto di terra santa. Per gli Arcangeli udiamo il comentatore:
           "Arcangeli si chiamano i sommi Nunzi che annunziano le somme
           cose. Loro uffizio è, secondo Dionigi, rivelare le profezie: essi
           ancora le illuminazioni che ricevono dai superiori annunziano
           agl'inferiori, e mediante loro, a noi". Sappiamo che cosa apprenda
           da Giustiniano e poi da Beatrice Dante nel ciel di Mercurio. Di
           più:   "secondo   Gregorio,   il   loro   uffizio   è   far   consapevoli   gli
           uomini delle cose che pertengono alla promozione della fede, e
           de' principali misteri, come la Natività del Cristo, e simili...". Il
           corso dell'aquila e la vendetta della vendetta son certo di tali cose
           che gli arcangeli annunziano! Gli angeli, infine, "toccano le cose
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           più   evidenti   e   mondane" .   Da   ciò   non   indurremmo   la
           convenienza che Dante sentì di farli presiedere alle vergini sorelle
           che mancarono forzatamente ai loro voti (sebbene tornano al
           mondo!). Questa convenienza la induciamo da alcuno dei dodici
           ministeri, per  es. rimuovere gl'impedimenti del loro bene e le
           occasioni del male; aiutare contro i nemici visibili;  eccitare al
           fervore  (la volontà, se non vuol, non s'ammorza! Par. 4, 76);
           consolare  (Dio  sa  qual  fu  la   vita   di  Piccarda!  Par.  8,  308);
           556   Id. ib. 9, 1. Trascrivo per chiarezza il comento di Croderio: "Ai Principati
              pertiene, secondo Dionigi, il regime universale, verbigrazia, d'un regno o
              gente, o il condurre un regno alla similitudine di Dio". (Ed. cit. p. 112).
              Utili poi a meditare, per rendersi ragione di molte cose in quel cielo
              Dantesco, sono le parole che seguono: "Secondo Gregorio, è loro ministero
              ammaestrare gli uomini a porgere a ognuno riverenza secondo il suo
              grado". Anche: promuovere gli uomini "che facciano giustizia non per
              utilità propria, ma per amore e onore del solo Dio". Ricordiamo la mala
              signoria.
           557   Dion. Ar. ib.


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