Page 30 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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L'EPISODIO DELLA LETTERA
Era pomeriggio inoltrato quando il signor Utterson si presentò
alla porta del dottor Jekyll, dove veniva prontamente accolto da
Poole e accompagnato di sotto, passando dalle cucine e
attraverso un cortiletto, che a suo tempo era stato un giardino,
all'edificio indifferentemente noto come laboratorio o sala di
dissezione. Il dottore aveva acquistato la casa dagli eredi di un
celebre chirurgo; e poiché i suoi interessi si rivolgevano più
alla chimica che all'anatomia, aveva cambiato destinazione al
fabbricato in fondo al giardino. Era la prima volta che
l'avvocato veniva ammesso in quella parte dell'alloggio
dell'amico, ed egli osservò con curiosità la tetra costruzione
priva di finestre, guardandosi intorno con una sgradevole
sensazione di estraneità nell'attraversare il teatro anatomico, un
tempo affollato di solerti studenti e ora destinato all'abbandono
e al silenzio, con i tavoli coperti di apparecchiature chimiche, il
pavimento disseminato di gabbie da imballaggio e cosparso di
paglia, e la luce che filtrava fioca dalla cupola offuscata. A
un'estremità una rampa di scale saliva fino a una porta rivestita
di panno rosso:
superata anche quella il signor Utterson veniva infine ricevuto
nel gabinetto del dottore. Era un ampio locale, con armadi a
vetro posti lungo le pareti, e corredato, fra le altre cose, di una
psiche e di un tavolo da lavoro, e con tre polverose finestre a
inferriata che davano sul cortile. La fiamma ardeva nel
focolare; una lampada era accesa sulla mensola del camino,
poiché la caligine cominciava ad addensarsi fitta perfino nelle
case; e lì, vicinissimo alla fonte di calore, sedeva il dottor
Jekyll, più morto che vivo a giudicare dall'aspetto.
Non si alzò per andare incontro all'ospite ma gli tese una mano
gelida e gli diede il benvenuto con voce alterata.
- Allora - disse il signor Utterson, appena Poole li ebbe lasciati
soli, - vi è arrivata la notizia?