Page 323 - Jane Eyre
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bo: ora lo addormentavo fra le braccia, ora lo cullavo in
grembo, talvolta lo guardavo mentre si baloccava con le
margherite del prato o si bagnava le mani in un fosso.
La notte seguente invece rideva; qualche volta afferra-
vami per la sottana, o correva lungi da me; ma sotto una
forma o sotto un'altra quella visione mi perseguitò per
sette notti consecutive.
Quella persistenza di una stessa idea, quel ritorno
continuo della stessa immagine mi turbava e rendevami
nervosa, quando si avvicinava l'ora di andare a letto.
Anche la notte in cui udii il terribile grido ero in com-
pagnia di quel fantasma di bambino, e nel pomeriggio
del giorno seguente vennero ad avvertirmi che una per-
sona mi aspettava nella stanza della signora Fairfax.
Vi andai e vi trovai un uomo che mi parve un servito-
re di una casa signorile; portava il lutto, e il cappello,
che aveva fra mano, era circondato di velo.
— Credo, signorina, che mi riconoscerete difficil-
mente, — mi disse alzandosi. — Mi chiamo Leaven, ed
ero cocchiere della signora Reed quando abitavate a Ga-
teshead; sono ancora alla villa.
— Oh! Roberto, come state? Non vi ho dimenticato
davvero; mi rammento che mi facevate montare il pony
di Georgiana. E come sta Bessie, perché voi avete spo-
sata Bessie.
— Sì, signorina, mia moglie sta bene, vi ringrazio, e
due mesi fa mi ha dato un altro bimbo; ne abbiamo tre
ora, e tutti sani.
— E come stanno alla villa, Roberto?
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