Page 154 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Noi e loro














          Il mio Dio è la Vita. È una pianta che nasce, un albero che cresce, un edificio che
          sorge. O una musica, un dipinto, una macchina, un libro. E odio la Morte. Non la
          capisco la Morte. Sono pronta ad accettarla (lo son sempre stata), ma non la capisco.
          La loro cultura invece è la cultura della Morte. Portano la Morte.
               Quello  che  mi  piace  nel  cristianesimo  è  l’idea  della  Vita  eterna.  La  fiaba,  la

          meravigliosa  fiaba  della  Vita  Eterna.  La  straordinaria  trovata  della  Resurrezione:
          dell’uomo  che  morto  crocifisso  risorge.  L’Al  di  là  visto  come  una  continuazione
          della vita. Continuazione non Resurrezione. Loro invece per l’Al di là intendono un
          Paradiso  per  gli  uomini  dove  le  donne  fanno  le  puttane  per  i  guerrieri  morti  in
          battaglia, oppure mangiano e bevono a crepapelle. (Sicché per eliminare tutto quel
          cibo non da uno sfintere devono vaporizzarlo.)
               È  un’idea  mostruosa  questa  del  Janna.  Quel  tipo  di  Paradiso  abitato  solo  dai

          soldatacci, mai da un vecchio mite o da una donna o da un bambino…
               Io su questa faccenda la penso come  Giordano  Bruno.  Nelle religioni, tutte le
          religioni, vedo un malefico assieme di utopie contrarie alla ragione e alla natura.             22


          Ma nel terrorismo islamico non vedo l’arma principale della guerra che i figli di

          Allah ci hanno dichiarato. Nel terrorismo islamico vedo soltanto un aspetto, un volto
          di quella guerra. Il più visibile, sì. Il più sanguinoso e il più barbaro, ovvio. Eppure,
          paradossalmente, non il più pernicioso. Non il più catastrofico. Il più pernicioso e il
          più catastrofico è a parer mio quello religioso. Cioè quello dal quale tutti gli altri
          aspetti, tutti gli altri volti, derivano.  Per incominciare, il volto dell’immigrazione.
          Cari amici: è l’immigrazione, non il terrorismo, il cavallo di Troia che ha penetrato
          l’Occidente e trasformato l’Europa in ciò che chiamo Eurabia. È l’immigrazione, non

          il terrorismo, l’arma su cui contano per conquistarci annientarci distruggerci. L’arma
          per cui da anni grido: «Troia brucia, Troia brucia».


          Quando denuncio queste cose, mi sento davvero come una Cassandra che parla al
          vento. O come uno dei dimenticati antifascisti che settanta e ottanta anni fa mettevano

          i ciechi e i sordi in guardia contro una coppia chiamata  Mussolini e  Hitler.  Ma i
          ciechi restavano ciechi, i sordi restavano sordi, ed entrambi finirono col portar sulla
          fronte ciò che ne L’Apocalisse chiamo il Marchio della Vergogna. Di conseguenza le
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