Page 152 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Amor di patria
Quando ho visto bianchi e neri piangere abbracciati, dico abbracciati, quando ho
visto democratici e repubblicani cantare abbracciati, dico abbracciati: «God bless
America, Dio benedica l’America», quando gli ho visto cancellare tutte le
divergenze, sono rimasta di stucco. Lo stesso, quando ho udito Bill Clinton (persona
verso la quale non ho mai nutrito tenerezze) dichiarare: «Stringiamoci intorno a
Bush, abbiate fiducia nel nostro presidente». Lo stesso, quando le medesime parole
sono state ripetute con forza da sua moglie Hillary ora senatore per lo Stato di New
York. Lo stesso, quando sono state reiterate da Lieberman, l’ex-candidato
democratico alla vicepresidenza. (Soltanto lo sconfitto Al Gore è rimasto
squallidamente zitto.) Lo stesso, quando il Congresso ha votato all’unanimità
d’accettare la guerra, punire i responsabili. Lo stesso, quando ho scoperto che il
motto degli americani è un motto latino che dice: «Ex pluribus unum, da tutti uno».
Insomma, Tutti per Uno. Anzi, quando ho saputo che i bambini lo imparano a scuola
e lo recitano come da noi si recita il Pater Noster, mi sono addirittura commossa.
Ah, se l’Italia imparasse questa lezione! È un Paese così diviso, l’Italia. Così
fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche all’interno
dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso
emblema, lo stesso distintivo. Gelosi, biliosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai
propri interessi personali. Non si preoccupano che per la propria carrieruccia, la
propria gloriuccia, la propria popolarità di periferia e da periferia. Pei propri
interessi personali si fanno i dispetti, si tradiscono. Si accusano, si sputtanano… Io
sono assolutamente sicura che se Osama Bin Laden facesse saltare in aria la Torre di
Giotto o la Torre di Pisa, l’opposizione darebbe la colpa al governo e il governo
darebbe la colpa all’opposizione. I capoccia del governo e i capoccia
dell’opposizione, ai propri compagni o ai propri camerati […].
Eh, sì: c’è una bella differenza tra un Paese nel quale la bandiera della Patria
viene sventolata soltanto dai teppisti degli stadi o dai vincitori di una medaglia, e un
Paese nel quale viene sventolata dal popolo intero. 20
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