Page 54 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
P. 54
occupato nel 1967 dagli israeliani. Vale a dire: sotto i monti del Golan, e
cioè all’estremo nord della Giordania, sulla riva destra del ume
Giordano, sulla sponda destra del Mar Morto, nella Valle della Luna e giù
per il Negev no al golfo di Akaba. Si trovano anche nel Libano e
soprattutto ai con ni che il Libano ha con la Siria e con Israele, poi al
con ne della Giordania con la Siria dove esistono i campi di allenamento
più seri, e al con ne della Giordania con l’Arabia Saudita dove, a
testimonianza di molti, si incontrano gli istruttori cinesi. E qualche
tedesco.
Un tecnico della ditta italiana impegnata a costruire la strada che andrà
dalla città di Ma’an no alla frontiera saudita giura ad esempio d’esser
stato arrestato, per mancanza di documenti, da un dayn assolutamente
tedesco. Del resto sappiamo di dayn e istruttori francesi, algerini,
cubani, e per no di un dayn italiano che al Libano tentai di incontrare
senza riuscirci: Giuseppe Tuscano. I guerriglieri palestinesi non sono rigidi
come i vietcong che dagli stranieri accettano armi, consigli, e mai uomini.
Coi dovuti controlli e una pallottola in capo se risulti una spia, ti
accettano anche se sei americano.
Le Pantere Nere di San Francisco e New York hanno appena ricevuto il
permesso di mandare alcuni adepti in Giordania, ad allenarsi per la
guerriglia. Però le basi in cui questo accade, e cioè le basi all’interno, non
hanno l’importanza strategica di quelle poste lungo il Giordano e il Mar
Morto dove, si lasciò scappare un comandante di Al Fatah, esistono ben
42.000 dayn. Sul ume ne trovi spesso ogni chilometro o due e
controllano la zona assai meglio dei soldati di Hussein. Gli israeliani,
ovvio, lo sanno.
Ciò che non sanno è in quali punti esse sono situate, e con quale
criterio. Non solo perché si compongono sempre di piccoli gruppi facili a
sparpagliarsi mai a lungo nel medesimo posto. Il posto è scelto coi criteri
tipici della guerriglia: un bosco, una piantagione, le macerie di un
villaggio distrutto, le mura di una casa colonica abbandonata ma intorno
alla quale i campi si coltivano ancora. Individuarlo è di cile, ammeno di
una spiata o d’un sospetto preciso, e così accade in Giordania ciò che
accade in Vietnam: l’artiglieria bombarda a casaccio la zona, gli aerei
mitragliano senza discriminazione gli automezzi che la percorrono.
Soprattutto lungo la strada che va verso il ume, vedere un Mirage che si
abbassa su un’automobile o un taxi non è raro e viaggiarci diviene una
sfida alla sorte. Sai quando parti, non sai quando e se arrivi.
Riconoscemmo assai presto la strada che va verso il ume. C’eravamo
già stati, di giorno, per recarci al ponte Allenby, ed essa è inconfondibile:
si arrampica a spirale su per le montagne, poi scende sotto il livello del