Page 392 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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povertà materiali e intellettuali…».
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Una verità che molti, troppi, non vogliono udire. Non vogliono vedere,
non vogliono ammettere. Oh, quasi tutti riconoscono che Bin Laden non è
uno stinco di santo. Che non merita il Nobel per la Pace, neanche quello
che dettero all’ex terrorista Arafat. Ma nessuno ammette che egli sia solo
la punta dell’iceberg, la parte visibile della Montagna. E quelli che lo
ammettono lo fanno bisbigliando. Bisbigliano perché hanno paura. L’altra
sera Bush ha detto: «Ci ri utiamo di vivere nella paura». Sante parole,
bella frase, signor presidente. Ma inesatta. Perché l’Occidente vive nella
paura. Gli occidentali hanno paura. E non soltanto paura di saltare in
aria, d’essere decimati da una bomba nucleare o biologica. Paura di
parlare, di accusare ad alta voce la Montagna. Il mondo islamico, la
religione islamica, la Montagna. Paura d’essere de niti razzisti se lo
fanno. Reazionari quindi razzisti. L’epiteto con cui le cicale del Politically
Correct ricattano chi non conosce il significato della parola razzismo.
Perbacco: si può fare di tutto, si può dire tutto di tutti, oggigiorno. Si
può denigrare i cristiani, i buddisti, gli ebrei, gli indù. Si può mettere alla
gogna i preti cattolici imputati o non imputati di pedo lia, insinuare che
ciascuno di loro è uno stupratore di infanti. Si può irridere il croci sso
come il cosiddetto presidente del cosiddetto partito islamico italiano ha
fatto alla televisione in Italia, chiamandolo «un cadaverino ignudo che
spaventa i bambini mussulmani». E, sempre in Italia, una mussulmana
può chiedere che quel cadaverino-ignudo sia tolto dalla sala chirurgica
nella quale partorisce. Un sindaco può pagare un mediatore, un go-
between, per lo scolaro mussulmano che ri uta di parlare con la maestra