Page 253 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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che, quando egli parla così, non parla di un vuoto. Parla di un paese che
          esiste, di un paese che è ormai una nazione.

             Sono  ventisei  anni  che  certa  gente  ripete  la-Giordania-non-esiste,  la-
          Giordania-è-un-paese-arti ciale,  e  sono  ventisei  anni  che  la  Giordania
          dimostra d’essere una nazione: coraggiosa e responsabile. Minacciarla a
          parole  è  semplice,  minacciarla  coi  fatti  è  di cile.  Credo  di  averlo
          dimostrato  a…  No,  non  ci  porteranno  via  la  Giordania.  Lo  lasci  dire,

          Arafat.
             [N.d.R.  L’odio  che  divide  Hussein  e  Arafat  è  epidermico.  Fiorì  nel
          periodo in cui Arafat bene ciava con arroganza dell’ospitalità o ertagli

          da Hussein. Esplose nel settembre del 1970 quando Hussein cacciò i fidayn
          con quel bagno di sangue. Si rinsaldò con l’uccisione, voluta da Arafat, di
          Washi  Teli:  il  primo  ministro  di  Hussein  e  colui  che  aveva  guidato  le
          operazioni dell’esercito giordano contro i  dayn. Si stabilì con la nascita
          di Settembre Nero, il movimento terrorista che fa parte di Al Fatah e che

          Arafat   nge  di  condannare.  Si  fossilizza  nelle  mire  che  quest’ultimo
          continua segretamente a nutrire sulla Transgiordania.]


             Ma  è  un  punto  interessante,  maestà,  e  vorrei  approfondirlo  con  una
          domanda.
             Esattamente quella che, nel 1970, posi ad Arafat: cos’è la Palestina? Dove
          incomincia? Dove finisce? Quali sono i suoi confini geografici?


             Parlando a Rabat io dissi che, per quanto mi riguardava, il mio dovere
          era  riprendere  il  territorio  perduto  nel  1967  e  su  quello  invitare  i
          palestinesi a decidere il loro futuro.

             Aggiunsi che, ovviamente, al di là di quell’area, esistevano altri diritti
          dei palestinesi: però esulavano dalla mia responsabilità. In altre parole, a
          Rabat,  e  per  ciò  che  mi  riguardava,  io  mi  riferii  alla  Cisgiordania.  Su
          quella,  quando  l’avessimo  liberata,  si  sarebbe  dovuto  discutere  il  piano
          che io proponevo, e cioè una federazione con la Transgiordania. Oggi non

          posso  dirle  di  più  perché  non  sta  più  a  me  de nire  quali  sono  o  quali
          devono  essere  i  con ni  della  Palestina:  sta  ai  palestinesi.  La
          responsabilità politica di una simile dichiarazione pesa ormai su di loro.


             Pesa anche su di lei, maestà. Perché, se non dice quali sono i con ni della
          Palestina, autorizza Arafat a realizzare ciò che disse a me.

             Le  ripeto  che  la  Transgiordania  nessuno  la  tocca.  Comunque  una

          domanda  che  io  posi  al  vertice  arabo  fu:  «Da  dove  incominciamo  a
          dividere? Dove la mettiamo questa linea di demarcazione? Dov’era prima
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