Page 230 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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quasi tutti tedeschi fuggiti dalla Germania negli anni Trenta. La zona era
infestata di moscerini e di malaria. La terra era sabbia, l’irrigazione era
rudimentale. Oh, abbiamo sudato tanto per trasformar questo posto in un
luogo fertile, verde! Nessuno di noi era abituato alla fatica sica e molti
cedettero. Tornarono in Italia.
Io resistetti, suppongo, per l’ardore ideologico che era in me. Sionismo e
socialismo, per me, erano la stessa cosa e non si può essere socialisti a
parole e basta.
Il kibbutz è un modo di vita che va bene per chi crede nella collettività.
Trovo giusto e bello, ad esempio, che chiunque entri in un kibbutz e
disponga di un capitale personale oltre una certa cifra debba versare quel
capitale al kibbutz. Trovo giusto e bello che le spese siano sostenute dalla
cassa generale, che tutti debbano avere la stessa casa e mangiare alla
stessa tavola. Il problema dell’individualismo non mi ha mai toccato.
Anziché da un individualismo ferito, il problema per me è sempre sorto
da un dualismo sentimentale e culturale. Quello che tormenta quasi tutti
gli ebrei giunti dall’Italia. Io ci ho messo due anni per imparare l’ebraico e
non l’ho mai imparato come avrei voluto.
Ancora oggi, leggo e scrivo meglio in italiano che in ebraico. E ricevo
puntualmente i giornali dall’Italia. E se ascolto alla radio una notizia che
riguarda l’Italia, vorrei saperne di più. Vorrei saperne i come e i perché.
La faccenda Feltrinelli, ad esempio.
La strage alla Banca dell’Agricoltura a Milano. Le elezioni, gli scioperi.
Non so se mi spiego. Non mi sento più italiano eppure non ho dimenticato
le partite di calcio, le squadre di calcio, il fatto che facessi il tifo per
l’Inter. Se domani dovesse avvenire un cambiamento brusco in Italia, ad
esempio una svolta a destra o a sinistra, ne so rirei immensamente. Col
cervello mi dico non-ti-riguarda, non-deve-riguardarti, ma col cuore ci
partecipo fino a soffrirne.
Bisogna capire che nessuno o quasi nessuno di noi è arrabbiato con
l’Italia e che ciascuno o quasi ciascuno di noi avverte una certa nostalgia
per l’Italia. Perché in Italia non ci trattarono mai veramente male.
Suppongo che negli ebrei russi, negli ebrei tedeschi la nostalgia per la
Russia e per la Germania sia nulla: i loro legami con la madrepatria si
ruppero con la pioggia dei pogrom, delle persecuzioni. I nostri legami no,
e non capisco gli ebrei che dicono di provar rancore per gli italiani.
Rancore perché? Perché furono disgraziati come noi e si lasciarono
calpestare dal più forte? Io, anziché rancore, provo una gran gratitudine.
Molti di noi non sarebbero qui se non fossero stati aiutati dagli italiani,
protetti dagli italiani, nascosti dagli italiani. Solo in Danimarca e in
Olanda gli ebrei hanno avuto dalla popolazione ciò che hanno avuto in