Page 233 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Ci rimasi un anno e mezzo: mio marito era stato inviato lì per lavoro.
             E  per  un  anno  e  mezzo  mi  sentii  una  straniera.  Niente  riuscì  a

          riassorbirmi, a sedurmi.
             Abitavamo  a  Roma,  in  un  buon  appartamento.  Eppure  non  tentai
          nemmeno  di  arredare  l’appartamento:  avevo  con  me  poche  sedie  che,
          quando  invitavo  qualcuno  per  cena,  dovevo  farmele  prestare  da  mio
          cognato. Le mie  glie si sentivano a disagio perché bisognava chiuder la

          porta di casa: qui al kibbutz la porta si tiene sempre aperta.
             Dicevano:  «Ma  siamo  in  clausura?».  Io  mi  sentivo  sola  malgrado  i
          parenti, gli amici.

             E… Ho reso l’idea. Voglio dire che gli italiani io li considero bravissima
          gente ma non più la mia gente.
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