Page 93 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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irriconoscibile, di lui si vede soltanto la mano destra che stringe
un coltello a sega lungo una trentina di centimetri e la mano
sinistra al cui polso c'è un bellissimo orologio d'oro. Con passo
tranquillo s'avvicina a Johnson che continua a piangere. Con la
mano sinistra e impreziosita dal bellissimo orologio d'oro gli
afferra il faccione bagnato di lacrime. Con la mano destra gli
appoggia il coltello alla base del collo, e incomincia a segare.
Lentamente, accuratamente. Senza fretta. E senza curarsi delle
urla che presto diventano rantoli, poi gorgoglii, infine si
spengono. Intanto nella stanza un disco diffonde una dolcissima
nenia. La voce d'una donna che canta: «Fateli esplodere, fateli
esplodere! Uccideteli ovunque siano!
Distruggeteli!». Quanto alla testa di Johnson, la povera testa che
sulle fotografie dei giornali era posata sul suo stomaco, sa dove
l'hanno ritrovata?
Nel freezer della casa d'un capo di Al Qaida arrestato a Riad. Se
l'era presa lui. La teneva come trofeo.
Perché m'ha raccontato questa mostruosità e con tanta dovizia
di particolari, perché?
Per inorridirla. Per spaventarla, per indignarla. Ed anche per
farle capire perché li odio nella stessa misura in cui loro odiano
me. Ah! Mi fanno ridere i parolai che declamano: «Il terrorismo
non si combatte con le armi».
Ma Lei stessa ha scritto che questa guerra è una guerra
culturale non militare...
L'ho scritto a proposito della strisciante cioè apparentemente
pacifica invasione con cui stanno soggiogando l'Europa,
perbacco! L'ho scritto a proposito del loro moltiplicarsi
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