Page 182 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Quando ad Amsterdam il marocchino naturalizzato olandese
                Muhammad Bouyeri ammazzò il regista Theo van Gogh,

                colpevole d'aver girato un cortometraggio sulla sottomissione
                delle donne nell'Islam. Mi colpì parecchio, sì, l'assassinio di

                Theo van Gogh. Mi colpì a tal punto che i particolari forniti dai
                giornali mi sono entrati nella mente con la forza d'un veleno, e

                posso raccontarmeli come se li avessi vissuti in loco. E la

                mattina del 2 novembre, giorno importante perché il 2
                novembre in America si svolgono le elezioni, e anche in Europa

                tutti tengono il fiato sospeso: vincerà Kerry, vincerà Bush?
                Forse se lo chiede anche Theo van Gogh. E con questa domanda

                esce di casa, come sempre elude la scorta che la polizia gli ha
                imposto e che lui non vuole perché crede di non averne bisogno.

                Non è mica una persona importante, lui, sebbene il grande
                pittore fosse un suo prozio. E un qualsiasi cittadino, un olandese

                gioviale e beone, che ce l'ha coi tagliateste e gli intrusi che si
                sono impossessati del suo paese incominciando dalla sua città.

                Non ha mica emesso una legge perché vengano cacciati
                dall'Olanda come gli ebrei di Mosè furono cacciati dall'Egitto.

                Con l'aiuto di Ayyan Hirsi Alì, una bella parlamentare di origine
                somala che ha scritto il copione, s'è limitato a girare quel

                piccolo documentario per difendere le mussulmane umiliate e

                soggiogate. Per via di questo loro lo minacciano, sì. Telefonate,
                bigliettini. L'Islam-ti-punirà, Soldato del Male, eccetera,

                eccetera. Ma non gli sembrano cose da prender sul serio. La
                polizia esagera. Inoltre non sta mica a Bagdad.



                Sta ad Amsterdam. E con la sua aria spensierata, il suo faccione
                da cuorcontento, salta sulla bicicletta. Ad Amsterdam vanno

                tutti in bicicletta.



                Felice d'aver eluso la scorta punta verso il centro e pedala in
                direzione di Linnaeusstraat, la strada che attraversa il parco. E

                qui c'è qualcuno che lo aspetta. Qualcuno che da tempo lo



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