Page 175 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Oh, si potrebbe continuare all'infinito. Tutti i giorni ce n'è una.
Si potrebbe ricordare, ad esempio, che quest'anno il Premio
Nobel per la Pace gli svedesi l'hanno dato alla signora Wangari
Maathai. Una ecologista del Kenya che insegna all'Università di
Nairobi e dice: «L'Aids è un'arma biologica inventata dagli
occidentali per sterminare noi neri.
È una malattia creata nel laboratorio d'uno scienziato
occidentale che odia l'Africa». (E se le rispondi che a udire una
stronzata simile l'intera comunità scientifica inorridisce, che
l'Aids l'hanno portata ahimè le scimmie, ribatte: «Impossibile.
Noi con le scimmie ci viviamo dalla notte dei tempi»).
Comunque resta il fatto che il cedimento definitivo avvenne per
tutto questo. Fu allora che mi dissi basta, in Eurabia non ci sto
più. L'Italia non è più la mia patria, non è più la mia mamma,
sia l'una che l'altra sono così asservite al Mostro che a starci
rischio di trovarmi anch'io col marchio sulla fronte e sulla mano
destra. E per la prima volta nella mia vita desiderai cambiare
cittadinanza, rinunciare al passaporto con la scritta «Repubblica
Italiana-Unione Europea», chiedere a qualche remoto paesino
l'asilo politico che da noi viene concesso con tanta facilità.
Insomma, scappare.
Per andar dove? A chiudersi per sempre in esilio a New York?
No. L'America è ancora il baluardo della Libertà, la democrazia
più democrazia del mondo, e senza dubbio il solo difensore
dell'Occidente. O il solo su cui l'Occidente possa contare. Ma
sguazza negli stessi guai in cui sguazziamo noi. Pensi al
radicalismo ottuso e dogmatico che acceca il grosso
dell'intellighenzia americana. Pensi alle sue università invase
dagli studenti e dagli insegnanti che tifano per l'Islam. Pensi ai
suoi grandi giornali, ad esempio al New York Times e
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