Page 172 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Controriforma e si svolse il Concilio di Trento, alcuni di loro
chiesero addirittura che il pio Professore la cancellasse dal suo
vocabolario. E l'Eurabia che per cinque anni s'era tenuta
Mortadella, che a Mortadella non aveva mai chiesto se
l'omosessualità fosse un peccato o no, bocciò Buttiglione.
«Inaccettabile». Sentenza per cui D'Alema dichiarò tutto
soddisfatto «Questa è una vittoria del Parlamento Europeo» e
Bertinotti lo corresse, declamò «Questa è una vittoria del Quarto
Stato». Per cui l'Italia scatenò una vera caccia ai sinonimi di
omosessuale e riesumò i vocaboli frocio, checca, finocchio,
culattone. E in seguito a cui, dulcis in fundo, il Professore
chiese scusa.
Lei non l'avrebbe chiesto, vero?
Neanche morta. Vi sono casi in cui chiedere scusa non è un atto
doveroso e civile, coraggioso ed elegante, bensì un gesto
indebito e servile, pusillanime e inelegante. E questi casi sono i
casi in cui non chiedi scusa perché riconosci d'avere avuto torto
ma perché ritieni che chiedere scusa ti procurerà un vantaggio.
Ad esempio il perdono cioè la poltroncina di Commissario.
Cristo, lui non era mica Galileo Galilei dinanzi al Sant'Uffizio!
Non rischiava mica di finire arrosto come Giordano Bruno! Non
era nemmeno un tipo come me cioè un tipo che di amici
omosessuali ne ha quanti ne vuole, se li tiene in casa e guai a
chi glieli tocca, ma guai se pretendono di adottare un bambino
per recitar la commedia di Maria e Giuseppe. (Posizione,
questa, per la quale non chiederò mai scusa. Mai! Neanche se
mi bruciano viva). E aggiungo: se nella sua coscienza uno è
convinto che mangiar la carne di venerdì sia peccato, come
diceva la Chiesa Cattolica quand'ero bambina, non può chiedere
scusa perché di venerdì la carne non la mangia. Non può
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