Page 17 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Anche se esprimo un faceto commento sullo sputo d'un
calciatore. È una moda, ormai.
Ma io continuerò a parlare finché avrò fiato. L'importante è che
a leggermi qualcuno finisca col ragionare e col trovare il
coraggio che ora non ha. Il coraggio di piangere insieme a me e
ribellarsi.
Piangere? Ne «La Rabbia e l'Orgoglio» Lei ha scritto che non è
capace di piangere dacché era bambina...
No. Ho scritto che da allora non piango con le lacrime, che non
piango bagnato, ma che senza lacrime piango più di quelli che
piangono infradiciandosi il viso e la camicia. È diverso. Cristo!
Senza lacrime in questi ultimi mesi ho pianto fino a restare
disidratata. Ho pianto quando le bestie che i furbi chiamano
«guerriglieri» o «resistenti iracheni» hanno scannato il pacifista
Nick Berg.
Che mentre Nick Berg urlava come un bove al mattatoio gli
hanno tagliato la testa con un coltello da macellazione halal,
gliel'hanno strappata assieme al midollo spinale poi con un
video ce l'hanno mostrata tutti contenti. Ho pianto quando
hanno fatto lo stesso con l'ingegnere americano Paul Johnson
poi l'hanno fotografato con la testa mozza e posata sullo
stomaco. Ho pianto quando hanno ripetuto l'infamia col
sudcoreano Kim Sun che implorava di non essere ucciso. Ho
pianto come piansi quando decapitarono Daniel Pearl, il collega
dello Wall Street Journal. Ho pianto come ho pianto quando
hanno assassinato Fabrizio Quattrocchi morto dicendo «Ora ti
faccio vedere come muore un italiano». Ho pianto anche quando
le nostre pavide autorità gli hanno negato i funerali di Stato e
perfino la camera ardente che in Campidoglio concedono ai
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