Page 16 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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ennesima edizione del suo libro «La Forza della Ragione» che
porta una nuova e lunga dedica. Indirizzata non solo ai morti di
Madrid, stavolta, ma ai morti italiani, americani, inglesi,
canadesi, danesi, francesi, polacchi, tedeschi, bulgari,
giapponesi, russi, coreani, iracheni, insomma a tutte le vittime
del terrorismo islamico. Nonché a chi, in buona fede, quelle
vittime non le piange quanto dovrebbe. Bè: è una dedica feroce,
direi.
Impietosa e feroce.
No. È giusta e necessaria. Perché sono successe cose nefande in
questi quattro mesi cioè dal giorno in cui uscì La Forza della
Ragione. Massacri quotidiani, rapimenti, esecuzioni...
Mutilazioni e decapitazioni incluse. Cose nefande eppure
accolte, assai spesso, con indifferenza o con le consuete
menzogne di coloro che parlano di «resistenza irachena». La
dedica ai morti di Madrid, dunque, non mi bastava più. E mi
dispiace soltanto di non essere stata sufficientemente dura,
d'aver mitigato il mio sdegno con la riflessione. Sono troppi
quelli che tacciono. Che la pensano come me ma hanno paura di
dire ciò che dico io. Che per convenienza o viltà fanno i furbi,
fingono di non vedere ciò che vedono come me. Sicché il loro
silenzio è lo stesso silenzio, la loro paura è la stessa paura, la
loro furbizia è la stessa furbizia con cui negli anni Venti poi
negli anni Trenta del Novecento i loro nonni accolsero il
fascismo e il nazionalsocialismo e il bolscevismo. M'è scoppiata
come uno starnuto, quella nuova dedica. E il fatto che certa
gente la giudichi impietosa, feroce, non mi preoccupa. Alle
incomprensioni, ai processi, agli autodafé, «Brucia-l'eretica-
bruciala», ci sono abituata. Basta che apra bocca perché mi
aggrediscano con gli articoloni, i titoloni, addirittura i
Comunicati di Redazione.
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