Page 157 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Ci credo. E con questo amaro commento le pongo l'ultima
domanda che riguarda direttamente il Mostro venuto dal mare.
Ultima o quasi, visto che tutte le altre dipenderanno da quella.
Le è mai capitato, dacché ci incontrammo la scorsa estate,
d'avere un cedimento? Sa la stanchezza che intorpidisce quando
qualcosa ci indigna o ci sgomenta oltre ogni limite di
sopportazione, sicché si resta lì sopraffatti a mormorare basta.
Sono stufo, sono stufa, basta. Alzo bandiera bianca.
Oh, sì. Più volte. Arrendersi, alzare bandiera bianca, non è nella
mia natura. In tutta la vita non ho mai alzato bandiera bianca.
Ma in questi ultimi mesi sono successe cose nauseabonde, e
sarei una bugiarda se le rispondessi che non ho mai pensato e
sofferto le cose che ha detto. Che non sono mai caduta in
depressioni profonde, cioè, che non ho mai avuto cedimenti. Il
primo lo ebbi per il Manifesto dei Mussulmaniche-
VoglionolaCittadinanza, insomma per via del Corriere, e...
Vede, al Corriere io sono sempre stata un'ospite saltuaria e
basta. Un'ospite di passaggio. Il giornalismo non l'ho certo
scoperto attraverso il C o r riere. L'ho scoperto attraverso lo zio
Bruno, poi il quotidiano di Firenze dove lavoravo da ragazzina,
poi un grande e ora defunto settimanale che si chiamava
L'Europeo. E grazie a L'Europeo (e ai giornali stranieri, visto
che la mia firma è sempre apparsa sui giornali più prestigiosi
del mondo) che ho potuto vivere come un tarlo dentro la Storia.
Vivere la Storia nell'attimo stesso in cui essa si svolge.
Testimoniare le nefandezze della guerra e le porcherie della
pace. Conoscere e raccontare chi sono i personaggi o non-
personaggi che avendo vinto la lotteria del potere decidono il
nostro destino. Eppure nel mio cuore il Corriere ha sempre
avuto un posto speciale. Era stato il giornale dello zio Bruno,
capisce, e da giovane anzi da giovanissima avrei tanto voluto
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