Page 66 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Iotti.
LEONILDE IOTTI: IO non credo d'essere un personaggio,
come lei dice. Anzi, l'idea di esserlo mi imbarazza moltissimo.
Forse è il fatto di essere la compagna di Palmiro Togliatti che
mi rende un personaggio.
Parlando con lei e di lei non si può certo prescindere dal fatto
che è legata a Togliatti. Ciò fa ormai parte della sua personalità,
oltreché della sua vita.
Della mia vita, certo. Del mio lavoro... no. Nel mio lavoro...
vede, è una cosa assai delicata. Quando si è la compagna di un
dirigente, esser sé stessa è difficile. Tutti si sentono autorizzati a
pensare che quella dice ciò che dice perché lo ha sentito dire da
lui: non perché ciò che dice è il prodotto del suo pensiero.
Succede in tutto il mondo, in tutti gli ambienti, quindi anche nel
mio partito. Io ho sempre lottato per essere solo ciò che sono:
col mio nome e cognome, coi miei meriti per modesti che siano.
Voglio dire che non mi troverei qui se lei non fosse la
compagna di Togliatti. Che parlandomi di sé stessa dovrà
parlarmi inevitabilmente di lui. Cos'è che le piace o le piacque
di più in Togliatti? Le piaceva, lo ammirava anche prima di
conoscerlo?
Che domanda difficile. Prima di conoscerlo lo ammiravo come
si ammira un compagno più bravo.
Lo conobbi solo nel 1946, durante l'Assemblea Costituente. Ora
gli voglio bene e, quando a una persona si vuol bene, come si fa
a dire cosa ci piace di più? Mi piace così com'è. E mi sento più
completa per questo. Io ho l'impressione che i miei rapporti con
Togliatti, un compagno non facilmente scelto, abbiano
arricchito la mia personalità. Non in senso mondano o politico.
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