Page 358 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Quel quadro... accidenti. Era la sola cosa bella che possedessi,
che avessi mai posseduto. Un acquarello ma grande, una
splendida figura di donna. Ma ci pagai metà del deficit del
primo anno.
Lo sa chi lo comprò? Un oriundo ungherese che era giunto in
America con quaranta dollari in tasca e ha fatto fortuna con una
valvolina per i rockets. Miliardario, s'è messo a collezionar
quadri e quando gli porto il mio Modigliani mi dice: «Dovrei
farlo esaminare da un esperto ma non voglio usarle uno sgarbo,
maestro. Risolviamo il problema così: lei non è un musicista?
Mi faccia una bella firma dietro il quadro e lo prendo. Così se il
quadro è falso e lei diventa famoso mi resta almeno la firma di
un uomo famoso». Gentile, le pare?
Mica tanto, direi. Ignorantello, direi. Comunque tutto questo
riporta al discorso che facevo in principio e alla domanda: ma
non le pesa mai questa Spoleto?
Mah! Certo... momenti di sconforto e grande amarezza ci sono.
Quel volo ad esempio che fece Maner Lualdi quando gettò su
Spoleto migliaia di fogliettini insultanti. Avevamo fatto quello
sforzo terribile per mettere insieme il primo festival, avevamo
mendicato denaro dalle più serie Fondazioni d'America, e quegli
sporchi biglietti volavano sulla città. Vede, in principio io mi
fidavo di tutti: credo sempre che la gente sia buona, che gratta
gratta venga sempre fuori qualcosa di buono. Ma da quando
faccio questo festival ci credo un po'"meno.
La cattiveria...
Non si può dire che quella di Maner Lualdi sia stata una gran
bella trovata, un gesto chic. Ma prima di cambiare discorso,
vorrei dire la mia su questa faccenda. Nessuno nega a nessuno il
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