Page 260 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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La femme fatale
Incontrai Jeanne Moreau nello studio di Mademoiselle Rozanne,
sua pressagent ed amica, che la ospita quando si ferma a Parigi;
la sua casa è a Versailles. L'appuntamento era alle tre del
pomeriggio e alle tre del pomeriggio Mademoiselle Moreau
arrivò col suo visino consunto, il suo corpicino fragile, la sua
aria profumata e ammalata. Indossava un abito del suo amico
Cardin, aveva i capelli corti e castani, non era truccata. Ciò la
rendeva, mi parve, pochissimo sexy malgrado tutti la ritengano
sexy, una delle donne più sexy del mondo. Appena entrata
Mademoiselle Moreau mi dedicò complimenti dicendo d'aver
letto un mio libro e di volerne leggere ancora: quello le era
talmente piaciuto. Io la ringraziai un po'"impaurita, incerta se
crederle, poi decisa a non crederle, e passai a spiegarle come
doveva svolgersi questa intervista. Lei ascoltò annuendo, quasi
imparasse una interessante lezione, poi rispose «Son pronta». Le
sue risposte furono puntuali come il suo appuntamento, senza
errori di sintassi o grammatica: cosa assai rara in una diva del
cinema. Le pronunciava con dizione perfetta scandendo le frasi
come se dettasse a una dattilografa: coi punti, le virgole, i punti
e virgola, le virgolette tutte al loro posto. E, soprattutto, non
diceva mai stupidaggini. La conversazione fu svelta, non mi
costò nessuna fatica: non solo perché Mademoiselle Moreau è
intelligente e abilissima ma perché, al contrario di molte donne
intelligenti e abilissime, apprezza la compagnia femminile, ci si
sente a suo agio. Di conseguenza potemmo parlare su tutto,
perfino sul suo legame con Pierre Cardin e sulla fama di femme
fatale che essa gode. La fama sembra le spetti e le spetti
abbondantemente: ma a vederla non si direbbe e ad ascoltarla
ancor meno. Mademoiselle Moreau tiene in gran conto la
moralità e si dispiace al pensiero che oggigiorno si pratichi
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