Page 227 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Allora andiamo alla plaza. Ha visto: mi son costruito una plaza,
se vuole ci metto un toro e mi metto a toreare un pochino, tre o
quattro veroniche solo per lei.
No, no. Non si scomodi.
Allora andiamo a passeggiare un pochino, andiamo a sparare
due colpi. Insomma: dobbiamo continuare parecchio a sputare
parole in quel coso? Senta, io sono stanco, lei mi ammazza più
di dieci corride, ancora un poco e mi si secca la gola, mi scoppia
la testa. Guardi, se chiude quel coso le regalo questa testa di
toro, è muy grande, una bestia magnifica, un ricordino.
No, no. Non si scomodi. Non entrerebbe neppure in valigia.
Piuttosto, lo sa che pensavo? Che lei...
Jesùs! Le donne pensano sempre. Io non capisco perché le
donne pensano sempre. Senta: invece di pensare lo sa che
facciamo? Ci laviamo la faccia e andiamo a Siviglia. Alle dieci
a cena: gamberi arrosto, cuore allo spiedo, sardine fritte e un bel
po'"di Jerez. A mezzanotte flamenco: quello vero, senza turisti,
in un posto che so io. Lei capisce l'andaluso? No, non importa.
L'andaluso...
Senta, don Antonio, lo sa cosa pensavo? JesùsI Cosa pensava?!
Sentiamo cosa pensava.
Che lei è un uomo felice. Forse l'unico uomo famoso, fra quanti
ne ho conosciuti, che sia anche felice. La gente famosa, di
solito, è sempre un poco più infelice dell'altra. Lei, no.
Hombrel Certo che sono un uomo felice. Muy felicissimo. Io,
quando qualcuno mi dice Antonio, la felicità non esiste, la
felicità cosa è?, rispondo: guarda, la felicità è quella che tengo:
la gioventù, una posizione, una famiglia, i miei amigos, uno
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