Page 219 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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«Life» apparve qualcosa.
A Cuba si andava a pescare, e poi mi faceva viaggiare per gli
Stati Uniti. Io mi diverto a viaggiare per gli Stati Uniti. Non
potrei viverci ma mi diverto. Tutti quei bottoni... E un paese
pieno di bottoni. Si pigia un bottone e viene giù qualchecosa:
una tazza di caffè, una mela, una canzone. La cosa strana è che
Ernesto non apparteneva per niente a questo paese di bottoni.
Era più spagnolo che americano, So che Hemingway le scriveva
spesso quando era in America, che lei ha un mucchio di lettere
scritte da lui.
Sì, sì. Mi scriveva: in spagnolo perché io so parlare solo lo
spagnolo. Mi raccontava di un libro che stava scrivendo oppure
di una partita di caccia. E io gli rispondevo. L'ultima cosa che
ricevetti da lui fu un telegramma. Lui era in ospedale così gli
mandai a dire che andavo in America per vederlo, avevo perfino
comprato il biglietto. Invece non volle. Mi mandò un
telegramma dicendo che tanto era inutile, non andassi per
niente, era già uscito dall'ospedale e stava meglio. Non andai e...
sei giorni dopo era morto.
Non si aspettava il suo suicidio, suppongo.
Non fu un suicidio. Fu un incidente.
Fu un suicidio. Non glielo ha spiegato Mary che fu un suicidio?
Io non ho parlato di questo con Mary.
Senta: lei è stato nella casa di Ketchum. Ha visto la stanza dove
egli teneva le armi. Si è sparato con uno di quei fucili e non ci si
spara per accidente con un fucile. Con una rivoltella sì, con un
fucile no. Specialmente alle sette del mattino, in un periodo in
cui la caccia è chiusa.
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