Page 81 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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finanziato ormai da sei anni da una diva che vuole mantenere
l'incognito. Dorè Shary, capo della MGM, scrive i sermoni per
le funzioni ebraiche. Eleanor Powell, moglie di Glenn Ford, ha
rinunciato alla carriera di ballerina per dirigere la scuola della
comunità presbiteriana che si chiama Faith of Our Children.
«Penso che il Signore abbia organizzato astutamente la mia
vita permettendomi di diventare una ballerina famosa e poi
servirmi di questo per la pubblicità della mia scuola» dice con
soddisfazione la Powell quando parla delle inscrutabili vie della
Prowidenza. Joanne Woodward, vincitrice dell'Oscar 1958,
minaccia di abbandonare la professione di attrice per dedicarsi a
una associazione religiosa che cura l'infanzia abbandonata. E
non li dico tutti, perché mi viene a noia. Certo che il misticismo
è una ossessione in questa città accusata di sguazzare nel
peccato come nel petrolio.
Ci sono più chiese a Hollywood che cinematografi, più preti
che attori. Le scritte luminose, «Jesus Saves», Cristo Salva,
inseguono lungo tutte le strade, i giornali della domenica
dedicano una pagina intera agli avvisi pubblicitari delle varie
parrocchie. La radio comincia il sabato sera a trasmettere
musica religiosa, sermoni, servizi evangelici, prediche che
annunciano la fine del mondo se non si mette giudizio, e non
smette che il lunedì mattina, quando termina il santissimo
weekend.
Un cieco, ascoltando, potrebbe illudersi d'essere nell'Italia di
Fanfani invece che nella cosiddetta capitale del cinema. La
mania del culto supera a volte il divismo. E la morale ha spesso
il sapore di un incubo, quasi come da noi.
Preti, studios, comitati e polizia provvedono giorno e notte a
«moralizzare l'ambiente». Chi intenda esercitare a Hollywood la
più antica professione del mondo cade in gravissimo errore
perché immediatamente viene scoperta e allontanata dalla città.
Uno sceriffo mi ha raccontato così.
Ammettiamo che la ragazza si chiami Dorothy Smith e che
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