Page 79 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
P. 79

indulgente,  agitando  le  braccia  come  un  pugilatore  in  trionfo.
                Suonavano  le  campane,  c'era  un  sole  pulito,  l'aria  sapeva  di

                clorofilla, le anime erano linde come il bucato.
                  Chi avrebbe creduto che buona parte di quei divi era implicata

                nel processo agli scandali? Erano così cari, si scambiavano dolci
                sorrisi, la loro conversazione era casta e borghese. «Vuoi venire,
                stasera, a bere una limonata da me?» domandava Ann Blyth ad

                Ann Miller. «Ho una meravigliosa torta di fragole. Paul adora la
                torta  di  fragole»  diceva  Jeanne  Crain  a  Vincent  Minnelli.

                «Suggerirei  un  picnic  a  Palm  Springs.»  «Bobby  ha  la
                scarlattina» si lamentava Jane Russell. «A proposito, Pier, come
                va il lattime del bimbo di Don?» Volavano nell'aria espressioni

                celestiali:  honey,  sweety,  daddy,  mammy,  sugar  (miele,
                dolcezza,  babbino,  mammina,  zucchero).  Se  non  avessero

                assolutamente ignorato chi ero e cosa facevo e perché li stavo
                ad  ascoltare,  avrei  giurato  d'essere  vittima  di  una  diabolica

                congiura  di  imbroglioni.  Invece  no,  erano  sinceri:  dopo  la
                Messa  perlomeno.  Non  recitavano  una  ipocrita  commedia:

                sicché sembrava ridicolo essere andata così spesso a cercarli nei
                ristoranti in voga e nei night- club, quando passavano davvero
                le loro feste intorno a una torta di fragole.

                  Per la sera avevo un invito a casa di Hathaway, il regista. Ci
                sarebbero  stati  anche  José  Ferrer  e  la  moglie  Rosemary

                Clooney, incinta di sette mesi e forse forse l'invisibile Howard
                Hughes. Hathaway e Ferrer sono due tipi brillanti, senza paura e

                senza  conformismi.  Andai  fiduciosa  di  sostenere  una
                conversazione vivace, piena di aneddoti e di eccitanti polemiche

                e fui accolta da un gentilissimo:
                    «Ssst!».  Gli  uomini,  seduti  su  un  divano,  assistevano  a  una
                partita  di  pugilato  alla  TV.  Nessuno  parlava,  solo  ogni  tanto

                supplicavano  un  certo  campione  (bianco)  di  tirare  un  sinistro
                contro la mascella dell'avversario (negro). Le donne stavano in

                un'altra  stanza  come  accade  nelle  campagne  italiane  quando,
                dopo cena, i maschi si mettono da una parte e le femmine da

                quell'altra  perché  i  discorsi  degli  uni  non  si  convengono  ai



                                                           79
   74   75   76   77   78   79   80   81   82   83   84