Page 83 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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egoismo. I metodi variano da persona a persona. Anni fa Farley
                Granger  (e  sul  suo  disinteresse  per  le  femmine  nessuno  si

                sentirebbe di esprimere un'ombra di dubbio) fu costretto a fare
                un viaggio con Shelley Winters perché il pubblico smettesse di

                credere quel che credeva e si lasciasse convincere dell'esistenza
                di un flirt. Fu un lungo viaggio, attraverso le città dell'America e
                poi  d'Europa.  Shelley,  con  generosa  indulgenza,  esibiva  un

                anello  di  fidanzamento  all'anulare  sinistro  dicendo  che  glielo
                aveva regalato Farley: preludio a un matrimonio imminente. In

                realtà  erano  due  commilitoni  e  dormivano  in  stanze  separate
                sebbene l'appartamento, per contratto, fosse il medesimo.
                    E  soltanto  quando  fu  finita  questa  commedia  di  tenerezze

                femminili,  l'attore  poté  tornare  a  testa  alta  nella  rispettabile
                Hollywood.

                    Pagine  che  grondano  zucchero  e  compiacimento  vengono
                dedicate  ogni  settimana  alla  Pierangeli  e  a  Vie  Damone,

                cattolici, conformisti, puri come bambini, e alle altre coppie che
                si vogliono o dicono di volersi moltissimo bene: Tony Curtis e

                Janet  Leigh,  Debbie  Reynolds  e  Eddie  Fisher,  Glenn  Ford  ed
                Eleanor Powell. Il momento più importante nella carriera di una
                attrice  è  il  matrimonio  e,  sebbene  a  Los  Angeles  si  possa

                ottenere la licenza entro un'ora esibendo soltanto la richiesta e il
                certificato della Wasserman, sono pochi coloro che si sposano

                di  nascosto  e  in  modo  affrettato.  I  più  saggi  provvedono  ad
                annunciare le nozze affidandone la pubblicità agli studios, che

                pagano  quasi  tutte  le  spese.  Il  cerimoniale,  che  non  varia  da
                anni,  è  rispettato  con  scrupolo.  Impone  l'abito  della  sposa

                disegnato da Helen Rose che lo fabbricò anche a Grace Kelly, a
                Elizabeth  Taylor  per  il  matrimonio  con  Nick  Hilton,  a  Jane
                Powell e ad Arlene Dahl. Se non Helen Rose, lo deve disegnare

                Don  Loper,  l'ex  ballerino  che  fa  anche  il  coreografo  e
                l'arredatore di alberghi per quelle feste di cui

                  «Confidential» parla sovente.
                  L'abito della sposa hollywoodiana è il più conformista che si

                possa  pensare:  in  pizzo  bianco  o  in  taffetas,  con  le  maniche



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