Page 169 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Il signor Schellhorn era molto cordiale. Senza togliere i piedi
dal tavolo mi spiegò che I Dieci Comandamenti era il film più
importante della storia del cinema e mi sentii subito un poco
nervosa perché non l'avevo visto. Il signor Schellhorn mi pregò
di passare nell'ufficio di Rose Goldstein che mi avrebbe
accompagnata dalla persona che mi avrebbe accompagnata dal
re.
Bionda e gentile, Rose Goldstein soffriva per il caldo che
d'estate a Hollywood provoca molti morti per asfissia e colpi di
sole, e non poteva far troppi discorsi. Si limitò a dire: «Che
uomo! Che film!»
e questa frase mi rese nervosa ancor di più: infatti neppure a lei
mi riuscì di confessare che non avevo visto quel capolavoro. In
silenzio scendemmo le scale. Attraversammo i viali della
Paramount, dove ogni poliziotto mi fissava con occhi nemici
chiedendo a Rose Goldstein chi ero e che cosa volevo. Poi ci
dirigemmo al quartier generale del re, un casotto staccato dal
grande edificio della Paramount, pur facendo parte della
Paramount. Nel corridoio di questo casotto, tappezzato con i
fotogrammi dei film girati dal re in quarantacinque anni di
regno, mi aspettava Ann Del Valle, funzionaria del re.
Ann Del Valle è simpatica e sbrigativa. Telefonò subito a una
ragazza che telefonò a un'altra ragazza per informare la
segreteria del re che ci consideravamo a sua disposizione. Mi
offrì una cocacola molto ghiacciata. Mi chiese se fossi
emozionata all'idea di incontrarmi col re. E mi domandò,
inesorabile, un giudizio sul film. Risposi inghiottendo la coca-
cola che lo consideravo un ottimo film, senza dubbio il film
migliore fatto dal re. Il che mi rese definitivamente nervosa.
Come avrei fatto per dire al re la menzogna? Forse era meglio
andare a vedere questo dannatissimo film e poi parlare col re.
Mi alzai per fuggire. In quel momento la segretaria del re
chiamò un'altra segretaria che chiamò Rose Goldstein che
chiamò Ann Del Valle e così sapemmo, senza tanta burocrazia,
che il re ci aspettava.
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