Page 119 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Levi  insistette:  «Prendete  una  bionda  saporita,  buttatela  sulla
                Croisette  tra  le  solite  facce  del  Festival,  e  tutti  si  gireranno  a

                guardarla. La gente ha bisogno di novità, signor Cohn. Per quale
                motivo crede che ci siano tanti divorzi?». Kim andò a Cannes.

                    Aveva  diciannove  bagagli  e  l'ignoranza  più  profonda  di  un
                pozzo  di  petrolio.  Non  sapeva  nemmeno  che  cosa  fosse  il
                baciamano. «Quando un uomo mi baciava la mano, lo lasciavo

                fare e poi gliela baciavo anch'io. Quelli credevano che fosse una
                burla  e  ridevano.  Ma  ora  ho  imparato.»  Tornò  a  Hollywood

                mezzo stordita: a una festa aveva ballato con Ali Khan. Sedette
                nell'ufficio di Levi e domandò: «E ora, che devo fare?».
                    Dice  Levi:  «C'era  l'inaugurazione  di  un  cinema  a  Lima,  in

                Perù. Pensai che Kim avrebbe fatto bene ad andarci continuando
                poi  un  giretto  di  propaganda  nei  paesi  vicini.  Sarebbe  costato

                qualche  migliaio  di  dollari:  ma  cosa  sono  migliaia  di  dollari
                quando  si  inventa  una  star?  Noccioline».  Così  le  comprò  un

                biglietto di aereo e Kim si preparò alla nuova avventura. Kim
                era impaurita, sulla scaletta dell'aereo mugolò: «Che devo dire,

                Ely, quando sono laggiù?». Ely rispose: «Nulla. Solo:
                  "Muchas gracias, amigos mios". Impazziranno». E Kim partì
                per andare a ripetere ai peruviani e agli uruguayani: «Muchas

                gracias, amigos mios».
                    Fu  l'ultimo  rischio  finanziario  azzardato  da  Cohn  per

                fabbricarsi  una  diva  nuova  di  zecca.  Oggi  Kim  Novak  vale
                duecentocinquantamila dollari a film e, perfino se andasse tutte

                le settimane in Perù, Harry Cohn non ci rimetterebbe davvero.
                Per questo la schiaccia sotto una sorveglianza severa e controlla

                così  spietatamente  la  sua  vita  amorosa.  Per  questo  non  vuole
                che si sposi e battè i pugni sul tavolo quando seppe del flirt con
                l'italiano Bandini.

                  «Non che mi aspetti gratitudine da un'attrice,» confessa con
                una smorfia di disgusto Harry Cohn «non ho mai visto un'attrice

                riconoscente in quarantanni di carriera come produttore. Ma io
                non  fabbrico  dive  per  divertimento.»  Kim  conosce  la  frase  e

                risponde         facendo        le     bizze.       Da       quando         guadagna



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