Page 116 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Graham, di Rita Hayworth e di Linda Christian, tutte donne che
Kly Campbeli «lavorò». È Kly Campbell, ad esempio, che
costruì il volto di Marilyn Monroe. «Era troppo bellina e aveva
bisogno di asimmetria.» È Kly Campbell che costruì il volto di
Rita Hayworth. «Aveva la fronte bassa come una frittella ed era
grassa come una quaglia.» È Campbell che ha inventato gli
occhi e la bocca della Crawford. Lo scopo unico della sua vita è
cercare difetti alle donne (fisici, s'intende). Le sistema su un
seggiolone simile a quello dei dentisti, davanti a uno specchio a
tre facce, spegne le luci gialle, accende una lampada blu, ed
enumera i difetti. A me, in quattro minuti, ne trovò diciannove.
A Marilyn Novak ne trovò molti meno.
Per Marilyn Novak egli pronunciò il seguente verdetto: «Il
volto possiede una sufficiente beauty proportion, ma l'aspetto
generale è quello di una contadina eccessivamente nutrita.
Sicché bisogna costruire un volto delicato che attenui la
pesantezza del busto». Bisognava che Kim perdesse un po'"di
guance. E questo si ottenne coi massaggi elettrici, una sapiente
dosatura di cipria che creava effetti di chiaroscuro agli zigomi, e
la fame. Bisognava inoltre che gli occhi diventassero un poco
più grandi. E lo si ottenne con la linea cosiddetta «egiziana»,
disegnata con matita nerissima, e la maschera nera.
Quanto alle labbra, Kly Campbell volle che fossero piuttosto
sottili, quello superiore appena accennato, quello inferiore più
gonfio. Il lavoro di Campbell richiese due mesi. Dopo di che,
dimagrita, dipinta, ossigenata e terrorizzata, Marilyn Novak fu
pronta per affrontare il cambiamento del nome.
Marilyn non poteva andare: ricordava un'altra bionda. Novak
aveva qualcosa di aspro. A Cohn piaceva Kit Marlowe. Così
chiamò Marilyn e le disse: «D'ora innanzi sarai Kit Marlowe».
Kit Marlowe si mise a frignare. Che le lasciassero almeno il
cognome di Novak altrimenti, smagrita, dipinta, ossigenata,
senza i denti suoi non l'avrebbe riconosciuta nemmeno la madre,
figurarsi gli amici di Chicago. Cohn sbuffò e disse che d'ora
innanzi si sarebbe chiamata Kit Novak. Kit Novak accettò, ma
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