Page 110 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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guardava con occhi imploranti e chiedeva: "Che cosa devo fare,
                Ely?".  E  io  le  dicevo:  "Nulla,  Marilyn.  Solo  seguire  i  nostri

                consigli e aspettare". A quell'epoca si chiamava ancora Marilyn
                che è il suo nome di battesimo. Allora mi diceva: "Tu credi che

                riuscirò  a  diventare  famosa,  Ely?".  E  le  dicevo:  "Diventerai
                famosa  perché  lo  abbiamo  deciso".  E  mi  diceva:  "Sei  buono,
                Ely. Sei l'unico che non mi faccia paura qua dentro. Ti vorrò

                sempre bene". E le dicevo:
                  "Non è vero, Marilyn.

                  Un giorno ti volterai appena a guardarmi e sarà un miracolo se
                brontolerai  un  hello.  Succede  sempre  così".»  «Ciao,  Kim»
                mormorò Levi con la sua voce mite. E strizzò un occhio perché

                era felice di farmi vedere che la conosceva benissimo. Ma Kim
                non rispose. Era troppo occupata ad attaccarsi il neo di velluto

                sulla  guancia  sinistra.  «Ciao,  Kim»  ripetè  Ely  Levi.  E  allora
                Kim  mosse  la  testa  di  platino,  ma  impercettibilmente,  e

                impercettibilmente  brontolò:  «Hello».  Poi  si  allontanò  senza
                guardarlo,  sistemandosi  davanti  alla  macchina  fotografica  di

                Bob  Coburn.  Di  nuovo  gonfiò  il  petto,  allargò  le  narici,
                socchiuse  le  labbra,  ed  era  così  bella  che  si  dimenticavano
                perfino i suoi numerosi difetti.

                    Difetti  ne  ha.  Ad  esempio,  quando  ingrassa  (e  sembra  che
                abbia  una  certa  tendenza  a  ingrassare),  la  sua  faccia  diventa

                troppo piena, le braccia troppo floride, le gambe troppo grosse.
                Quello  delle  gambe  è  il  suo  problema  maggiore,  tanto  è  vero

                che le mostra il meno possibile. In Picnic divennero pazzi per
                farle  infilare  il  costume  da  bagno,  strillava  che  non  voleva

                mostrare  le  gambe  e  alla  fine  conclusero  che  aveva  ragione:
                tanto  è  vero  che  la  fotografarono,  nella  scena  del  bagno,  dal
                busto  in  su.  In  Jeanne  Eagles,  dove  indossa  una  delle  più

                succinte toilette che Hollywood ricordi (appena qualche filo di
                perle  sistemate  nei  punti  strategici),  l'operatore  si  prese

                l'esaurimento nervoso a inquadrarla in modo che la linea delle
                gambe risultasse perfetta. Per Paljoey, dove recitava il ruolo di

                una  ballerina,  la  sottoposero  a  una  cura  molto  intensa  di



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