Page 109 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Capitolo quinto


                  Il metodo più semplice per mettere e tenere le mani su una star
                è fabbricarla. Così, una mattina, volli vedere come fanno, quelli

                di  Hollywood,  a  fabbricare  una  star.  Andai  da  Ely  Levi  che
                dirige l'Ufficio pubblicità della Columbia e insieme decidemmo
                di prendere come esempio Kim Novak, il prodotto più recente e

                meglio  riuscito.  Kim  era  tornata  da  poco  da  un  viaggio  in
                Europa (che da sempre prestigio a una diva americana) e, vestita

                di  rosso,  liscia  e  rotonda  come  le  mele  californiane  che  si
                vendono  al  Farmer's  Market  di  Los  Angeles,  sedeva  su  uno

                sfondo blu cielo dinanzi al fotografo Bob Coburn che la ritraeva
                a colori per copertine di riviste.

                    Dieci  lampade  ad  alta  potenza  le  illuminavano  il  volto  di
                bambola senza espressione. Una controfigura che non farà mai
                carriera perché le assomiglia un po'"troppo aspettava docilmente

                di  sostituirla  quando  bisognava  sistemare  le  luci.  Un
                grammofono suonava nella sala deserta un motivo di jazz. Kim

                si  fa  fotografare,  per  contratto,  soltanto  ascoltando  la  musica.
                Dice che la ispira.

                    «Mi  raccomando,»  diceva  Bob  Coburn  «qualcosa  di  sexy,
                come se tu guardassi un amante. Però non si deve capire se stai

                per  baciarlo  o  stai  per  ucciderlo.»  Kim  gonfiava  il  petto,
                allargava le narici, socchiudeva le labbra tinte di rosso geranio.
                «Non perderla, Kim, non perderla» implorava Bob Coburn. E

                alludeva alla posa. Ma Kim è maligna. Di colpo la perse, si alzò
                e: «Voglio un mambo» fece con voce roca avviandosi verso uno

                specchio. Le era cascato il neo sulla guancia sinistra.
                  (Infatti non è un autentico neo, ma un neo di velluto). Ely Levi

                si avvicinò.
                  Ely è un omino dolce, sui cinquanta, con le spalle curve e una

                infinita  bontà.  Ha  conosciuto,  aiutato,  esaltato  Kim  Novak
                quando non era ancora Kim Novak. Essa gli deve moltissimo.
                  «Ricordo» aveva detto Ely Levi «quando veniva al mio ufficio

                e  sedeva  sul  vecchio  divano  di  fronte  alla  scrivania.  Mi



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