Page 104 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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dell'intelletto a quei disgraziati e il dramma colpisce soprattutto
le donne con la follia.
Ava Gardner sino a poco fa era perseguitata, come ella stessa
testimonia, dal timore d'essere scema.
Non gliel'aveva forse detto tante volte Mickey Rooney, suo
primo marito, e non gliel'aveva forse cantato persino in musica
Artie Shaw, coltissimo suonatore di clarinetto e secondo
marito? A sentirsi così spesso chiamata e scema e idiota e
ignorante, vittima di numerosi nervous breakdown, Ava rischiò
il manicomio. Destino che per altri motivi non ha potuto evitare
la sfortunata Gene Tierney.
Gene non era una bambina- prodigio, non era Miss Qualcosa,
non era nemmeno un prodotto di Hollywood. Era una society
girl che sapeva andare a cavallo, leggeva Nietzsche e parlava
correttamente il francese, frequentava i salotti e conosceva
l'Europa. Figlia di un ricco assicuratore di New York, Howard
Tierney, e di una famosa ereditiera, Bette Taylor, era, come si
suol dire, sofisticata, colta, intelligente e bellissima prima di
diventare una star. Ma aveva l'ambizione di divenire attrice:
sognava di debuttare a Broadway. Siccome talento e conoscenze
non le mancavano, non le fu difficile.
A diciassette anni aveva interpretato una commedia. A diciotto
aveva già firmato il contratto con la 20th Century Fox, a
diciannove era una diva: ammirata, adulata e corteggiata. La
chiamavano infatti la «Lady di Hollywood», anzi «l'unica
signora che Hollywood avesse mai avuto». In omaggio a questa
definizione nessuno diceva male di lei, o le dedicava una critica.
Nel 1941 sposò Oleg Cassini, membro della high life di
Washington. Raffinato e difficile, delizioso playboy, Oleg
veniva da una famiglia aristocratica. Suo padre era un conte
russo e sua madre una nobile fiorentina. In Italia era stato
educato tra l'Università di Perugia e via Tornabuoni; in
America, dov'era emigrato insieme col fratello Igor per fare
fortuna, il successo gli era stato facile e svelto per la
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