Page 92 - Canti di Castelvecchio
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63. Casa mia
Mia madre era al cancello. E sarò lieto e ricco
Che pianto fu! Quante ore! io delle mie fatiche,
Lì, sotto il verde ombrello quando ogni tenue chicco
della mimosa in fiore! germinerà tre spiche.
M'era la casa avanti, E comprerò leggiadre
tacita al vespro puro, vesti alle mie fanciulle,
tutta fiorita al muro e l'abito di tulle
di rose rampicanti. alla lor dolce madre. -
Ella non anche sazia Così dicevo: in tanto
di lagrime, parlò: ella piangea più forte,
- Sai, dopo la disgrazia, e gocciolava il pianto
ci ristringemmo un po'... - per le sue guancie smorte.
Una lieve ombra d'ale S'udivano sussurri
annunziò la notte cupi di macroglosse
lungo le bergamotte su le peonie rosse
e i cedri del viale. e sui giaggioli azzurri.
- ci ristringemmo un poco, - Oh! tu lavorerai
con le tue bimbe; e fanno... - dove son io? Ma dove
Era il suo dire fioco son io, figliuolo, sai,
fioco, con qualche affanno. ci nevica e ci piove! -
S'udivano sussurri Una lieve ombra d'ale
cupi di macroglosse annunziò la notte
su le peonie rosse lungo le bergamotte
e sui giaggioli azzurri. e i cedri del viale.
- Fanno per casa (io siedo) - Oh! dolce qui sarebbe
le tue sorelle tutto. vivere? oh! qui c'è bello?
Quando così le vedo, Altri qui nacque e crebbe!
col grembiul bianco, in lutto... - Io sto, vedi, al cancello. -
Io vidi allor la mia M'era la casa avanti,
vita passar soave, tacita al vespro puro,
tra le sorelle brave, tutta fiorita al muro
presso la madre pia. di rose rampicanti.
Dissi: - Oh! restare io voglio!
Vidi nel mio cammino
al sangue del trifoglio
presso il celeste lino.
Qui sperderò le oscure
nubi e la mia tempesta,
presso la madre mesta,
tra le sorelle pure!
Lavorerò di lena
tutto il gran giorno; e sento
ch'alla tua parca cena
m'assiderò contento,
quando dal mio lavoro,
o la tua lieve mano
od il vocio lontano
mi chiamerà, di loro.
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