Page 89 - Canti di Castelvecchio
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IL RITORNO A SAN MAURO

            60. Le rane

              Ho visto inondata di rosso
            la terra dal fior di trifoglio;
            ho visto nel soffice fosso
            le siepi di pruno in rigoglio;
            e i pioppi a mezz'aria man mano
            distendere un penero verde
            lunghesso la via che si perde
            lontano.
              Qual è questa via senza fine
            che all'alba è sì tremula d'ali?
            chi chiamano le canapine
            coi lunghi lor gemiti uguali?
            Tra i rami giallicci del moro
            chi squilla il suo tinnulo invito?
            chi svolge dal cielo i gomitoli
            d'oro?
              Io sento gracchiare le rane
            dai borri dell'acque piovane
            nell'umida serenità.
            E fanno nel lume sereno
            lo strepere nero d'un treno
            che va...
              Un sufolo suona, un gorgoglio
            soave, solingo, senz'eco.
            Tra campi di rosso trifoglio,
            tra campi di giallo fiengreco,
            mi trovo; mi trovo in un piano
            che albeggia, tra il verde, di chiese;
            mi trovo nel dolce paese
            lontano.
              Per l'aria, mi giungono voci
            con una sonorità stanca.
            Da siepi, lunghe ombre di croci
            si stendono su la via bianca.
            Notando nel cielo di rosa
            mi arriva un ronzìo di campane,
            che dice: Ritorna! Rimane!
            Riposa!
              E sento nel lume sereno
            lo strepere nero del treno
            che non s'allontana, e che va
            cercando, cercando mai sempre
            ciò che non è mai, ciò che sempre
            sarà...


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