Page 86 - Canti di Castelvecchio
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58. La cavalla storna
Nella Torre il silenzio era già alto. a me, chi non ritornerà più mai!
Sussurravano i pioppi del Rio Salto. Tu fosti buona... Ma parlar non sai!
I cavalli normanni alle lor poste Tu non sai, poverina; altri non osa.
frangean la biada con rumor di croste. Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!
Là in fondo la cavalla era, selvaggia, Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:
nata tra i pini su la salsa spiaggia; esso t'è qui nelle pupille fise.
che nelle froge avea del mar gli spruzzi Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi. E tu fa cenno. Dio t'insegni, come”.
Con su la greppia un gomito, da essa Ora, i cavalli non frangean la biada:
era mia madre; e le dicea sommessa: dormian sognando il bianco della strada.
“O cavallina, cavallina storna, La paglia non battean con l'unghie vuote:
che portavi colui che non ritorna; dormian sognando il rullo delle ruote.
tu capivi il suo cenno ed il suo detto! Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
Egli ha lasciato un figlio giovinetto; disse un nome... Sonò alto un nitrito.
il primo d'otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dài retta alla sua piccola mano.
Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,
tu dài retta alla sua voce fanciulla”.
La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:
“O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l'amavi forte!
Con lui c'eri tu sola e la sua morte.
O nata in selve tra l'ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:
adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l'agonia...”
La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
“O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
oh! due parole egli dové pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
con negli orecchi l'eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole”.
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l'abbracciò su la criniera
“O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
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