Page 91 - Canti di Castelvecchio
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62. La tessitrice

              Mi son seduto su la panchetta
            come una volta... quanti anni fa?
            Ella, come una volta, s'è stretta
            su la panchetta.
              E non il suono d'una parola;
            solo un sorriso tutto pietà.
            La bianca mano lascia la spola.
              Piango, e le dico: Come ho potuto,
            dolce mio bene, partir da te?
            Piange, e mi dice d'un cenno muto:
            Come hai potuto?
              Con un sospiro quindi la cassa
            tira del muto pettine a sé.
            Muta la spola passa e ripassa.
              Piango, e le chiedo: Perché non suona
            dunque l'arguto pettine più?
            Ella mi fissa timida e buona:
            Perché non suona?
              E piange, e piange - Mio dolce amore,
            non t'hanno detto? non lo sai tu?
            Io non son viva che nel tuo cuore.
              Morta! Sì, morta! Se tesso, tesso
            per te soltanto; come, non so;
            in questa tela, sotto il cipresso,
            accanto alfine ti dormirò. -









































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