Page 46 - Canti di Castelvecchio
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30. Il ritorno delle bestie

              Non sul pioppo picchia il pennato
            più, né l'eco più gli risponde.
            L'erta sale un uomo celato
            dal carico folto di fronde.
              E il martello d'un legnaiuolo,
            più lontano, più non rimbomba.
            Passa il grido d'un bimbo solo:
            Turella! Bianchina! Colomba!
              Porta in collo l'erba ch'ha fatta,
            nella sua crinella di salcio.
            Le sue bestie al greppo, alla fratta,
            s'indugiano, al cesto ed al tralcio.
              Ei che vede sopra ogni tetto
            già la nuvola celestina,
            le minaccia col suo falcetto:
            Colomba! Turella! Bianchina!
              C'è un falcetto lucido ancora
            su la Pania, al fior del sereno,
            dentro l'aria dolce ch'odora
            d'un tiepido odore di fieno.
              C'è silenzio lassù, dov'erra
            quel falcetto con qualche stella.
            Solo il bimbo strilla da terra:
            Bianchina! Colomba! Turella!











































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