Page 41 - Canti di Castelvecchio
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24. Valentino

              Oh! Valentino vestito di nuovo,
            come le brocche dei biancospini!
            Solo, ai piedini provati dal rovo
            porti la pelle de' tuoi piedini;
              porti le scarpe che mamma ti fece,
            che non mutasti mai da quel dì,
            che non costarono un picciolo: in vece
            costa il vestito che ti cucì.
              Costa; ché mamma già tutto ci spese
            quel tintinnante salvadanaio:
            ora esso è vuoto; e cantò più d'un mese
            per riempirlo, tutto il pollaio.
              Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
            non ti bastava, tremavi, ahimè!,
            e le galline cantavano, Un cocco!
            ecco ecco un cocco un cocco per te!
              Poi, le galline chiocciarono, e venne
            marzo, e tu, magro contadinello,
            restasti a mezzo, così con le penne,
            ma nudi i piedi, come un uccello:
              come l'uccello venuto dal mare,
            che tra il ciliegio salta, e non sa
            ch'oltre il beccare, il cantare, l'amare,
            ci sia qualch'altra felicità


            25. Il croco

            I
              O pallido croco,
            nel vaso d'argilla,
            ch'è bello, e non l'ami,
            coi petali lilla
            tu chiudi gli stami
                   di fuoco:
              le miche di fuoco
            coi lunghi tuoi petali
            chiudi nel cuore
            tu leso, o poeta
            dei pascoli, fiore
                   di croco!
              Voi l'acqua di polla
            ravvivi, o viole,
            non chi la sua zolla
                   rivuole!







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