Page 215 - Carmina - Poesie latine
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come di nuovo sentí l'aria del cielo e stette avanti la Terra Madre, Proserpina, e sotto il
fiammeggiare dei pini, accesi al fuoco dell'Etna, apparve rosseggiante in viso, e sembrò piú grande
di prima.
Portate, o compagni, le vostre rose! date che coi fiori del vostro paese noi onoriamo questa nuova
Proserpina che, risorgendo ella ogni anno, noi chiamiamo ITALIA! ITALIA!
Queste rose, nuove e fresche da antico ceppo, or sí, finalmente, conviene intrecciare! Sul capo della
genitrice Italia riponiamo questa corona!
Trad. GIOVANNI PASCOLI
XII. - CORDA FRATRES
Utcumque dulcis limina patriae
solo exsulantes corpore liquimus,
485 miramur ignotis in oris
nota diu bene corda, fratres.
Qui cum sciamus bella parentibus
pugnata, «Signum dicite» dicimus
utrique: «Pax» et «Lux» utrimque
490 corda sonant et «Havete, fratres».
Tellure, sacris, aequore, legibus
divisa pubes absumus, adsumus,
non ora nec linguam genusve
consimiles, nisi corda fratres.
XII. - CORDA FRATRES
Quando lasciamo le soglie della dolce patria, partendo col corpo e restando con l'anima, ecco in
paesi sconosciuti ci meravigliamo di trovare dei cuori conosciuti ben da gran tempo, o fratelli!
Noi che sappiamo qualcosa delle guerre che combatterono i nostri padri, gli uni agli altri diciamo
«La parola d'ordine», e dall'una e dall'altra parte i cuori rispondono «Pace» e «Luce» e «Gioia con
voi, o fratelli!»
Noi, gioventú divisa da terra e mare, da religione e da leggi, siamo lontani e vicini, assenti e
presenti, non simili tra noi di faccia, di lingua e di schiatta, ma di cuore... fratelli!
Trad. GIOVANNI PASCOLI
XIII. SERMO
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