Page 212 - Carmina - Poesie latine
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per la terra alitar d'un Dio lo spiro,    395
                                  di giro in giro.

                           O gloria! Il sole dalla ruota d'oro
                           in un trionfo vivido s'innalza:
                           la fiammante raggiera in ciel distende;
                                  la terra accende.                  400

                           Sopra le nebbie, sulle globee nubi,
                           sui vasti ghiacci è tutto un roseo mare;
                           un fuoco spunta sulle cime elette:
                                  brillan le vette.

                           E così un giorno con divin saluto         405
                           il padre Sol quassú t'illuminava,
                           bionda Signora; e il tuo pensier regale
                                  drizzava l'ale.

                           Sulla soave maestà del volto,
                           atteggiato di fede, ove il sorriso        410
                           piú bel d'Italia si disegna, il lume
                                  arse del Nume.

                           A Te gentile, a Te benigna e pia
                           apparve allor di prosperosa pace
                           un santo regno, amando ogni fratello      415
                                  l'altro fratello;

                           e la vermiglia carità si pinse
                           presso la bianca fede in sulla guancia:
                           fulgean dagli occhi meditosi e chini
                                  raggi divini.                      420

                           Parve il sol gloriarti, alta augurando
                           sorte alla Prole, e i sottostanti picchi
                           di ghiaccio in festa scintillar cosparsi,
                                  e a Te chinarsi.



                                     IX. - XI KAL. MAIAS
                              (EX SUO IPSIUS CARMINE TRANSLATUM)

            425         In quadrum coeunt sulci, consistit aratrum:
                   fumantis niveus rictus attollit ad ulmum
                   taurus; lassa iugo sub eodem bucula mugit:
                   mugitu resonant nemorosi saxa Palati.

                        Pastorum medius palpat sudantis arator
            430    terga bovis, puraque ferox innititur hasta,
                   dum latium prospectat agrum vitreasque paludes
                   et procul inde Albae declivia moenia Longae.
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