Page 436 - Il mercante d'arte di Hitler
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restituzione. Questo vale anche per i quadri ritrovati nella casa

                di Salisburgo.

                   La  divisione  dei  compiti  dovrebbe  offrire  all’esterno  il
                segnale che la Repubblica federale intende assumersi le proprie

                responsabilità: la Germania si impegna a chiarire e riparare ai

                danni delle razzie naziste, divenute evidenti con il caso Gurlitt.

                Il  vincolo  sottoscritto  da  Gurlitt,  e  ancora  valido,  al  rispetto

                delle direttive della Dichiarazione di Washington passa ora allo
                Stato  federale.  Il  motivo  di  questa  risoluzione  lo  spiega  il

                ministro  della  Cultura  Monika  Grütters  all’atto  della  firma

                ufficiale: l’accordo è più che un chiarimento giuridico, spiega,

                la dimensione morale ha un significato di gran lunga maggiore.

                In  tal  modo  nessuna  possibile  opera  d’arte  rubata  finisce  al
                Museo di Berna, ed esso non ha motivo per temere le “valanghe

                di processi”, che aveva prospettato all’istituto il presidente del

                                                                                       3
                Congresso  ebraico  mondiale,  Ronald  S.  Lauder .  Christoph
                Schäublin,  presidente  della  fondazione  del  Museo  d’arte  di

                Berna, annuncia inoltre la creazione di un centro di ricerca per
                approfondire il confronto con la collezione e la sua storia.



                              La nuova casa al Museo d’arte di Berna



                   In  questo  modo  anche  il  museo  tenta  di  prender  parte  alla

                ricerca sulla provenienza delle opere e di sfuggire alla critica di

                voler  per  sé  «giusto  le  ciliegine»  (Schäublin).  Oskar
                Bätschmann assume la direzione del Centro di ricerca Gurlitt.

                Per la Svizzera l’eredità rappresenta un caso politico che ricorda

                l’aspro  confronto  avvenuto  negli  anni  Novanta  sui  cosiddetti

                patrimoni  dormienti  nelle  banche  elvetiche.  Numerose  furono

                all’epoca  le  denunce  collettive  presentate  da  organizzazioni
                ebraiche  negli  Stati  Uniti,  come  pure  dal  Congresso  ebraico




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