Page 435 - Il mercante d'arte di Hitler
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quando con l’annuncio ufficiale da parte del museo ad
approvare la consegna dell’eredità, il 24 novembre 2014 a
Berlino viene siglato un accordo di tredici pagine tra la
Repubblica federale, il Libero Stato di Baviera e la fondazione
del Museo di Berna in cui si dispone in dettaglio come
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procedere con i vari lotti .
Il contratto è la base di un atto di bilanciamento diplomatico:
Berna acquisisce tutte le opere provenienti dal lascito familiare
e fin da subito al disopra di qualunque sospetto, vale a dire i 276
quadri incontestati degli artisti della famiglia, di Louis Gurlitt e
la giovane sorella di Hildebrand, scomparsa prematuramente. Il
museo prende anche i 231 dipinti confiscati dai nazisti come
“arte degenerata”, già presenti nei musei dunque prima del
1933. Queste tuttavia dovrebbero andare tendenzialmente in
prestito alle collezioni cui sono state sottratte al tempo, tra
questi anche istituti di Stettino e Breslavia. Si tratta di fatto di
una concessione, perché già poco dopo la divulgazione del
rinvenimento di Schwabing infatti, i primi musei avevano
presentato le proprie istanze, per le quali però mancavano i
presupposti. Invece i cinquecento lavori per i quali non può
essere escluso il sospetto di furto d’arte rimangono alla
Repubblica federale, fino a quando la loro origine non sia stata
completamente chiarita dalla Task Force. Si tratta di opere che
Hildebrand Gurlitt probabilmente ha acquistato in Francia
durante gli anni della guerra. Tra queste i dipinti di maestri
classici e preziosi schizzi del XVII e XIX secolo. Il lotto
costituisce il più importante dal punto di vista storico-artistico,
comprendendo anche artisti dell’Impressionismo francese da
Monet a Signac. Laddove il sospetto di furto sia confermato, lo
Stato federale e il Land di Baviera si assumono l’onere della
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