Page 253 - Diventa un artista del disegno

É un'idea diffusa tra i modelli che se vengono dipinti in abiti moderni

dopo pochi anni il dipinto apparirà fuori moda. Se l'aspetto del modello

venisse fissato sulla tela esattamente come si trovava davanti all'artista nel
suo studio, senza alcuna scelta da parte del pittore, potrebbe essere questo

il risultato, ed è il risultato nel caso di pittori che non hanno scopi più
importanti.

Ma vi sono qualità negli abiti che non appartengono esclusivamente al
particolare periodo in cui sono di moda. Qualità che sono le stesse in tutte
le epoche. E quando queste vengono sottolineate, e le frivolezze del

momento negli abiti non vengono considerate molto, il ritratto possiede

una qualità permanente, e di conseguenza non apparirà mai fuori moda nel
senso negativo che solitamente si intende.

In primo luogo, i drappeggi e le stoffe di cui sono fatti i vestiti seguono

delle regole nel modo in cui si piegano e ornano la figura, che sono le

stesse in ogni periodo. Se il pittore ricerca l'espressione della figura
attraverso i drappeggi, conferirà al suo lavoro una qualità permanente, per
quanto siano strane le forme che assume il taglio degli indumenti.

Inoltre, l'artista non prende tutto ciò che capita a portata di mano
nell'aspetto del suo modello, ma lavora a una ponderata disposizione di

colori e forme, a un progetto. Sceglie questo dall'aspetto mobile e vario
del suo modello, provando una cosa dopo l'altra, fino a trovare una

disposizione suggestiva, dalla cui impressione crea il suo progetto. È vero
che gli estremi della moda non si prestano molto facilmente alla

realizzazione di un buono schema pittorico quanto le fogge più
ragionevoli.

Ma non è sempre così: alcune mode estreme offrono opportunità di
progetti di ritratto molto stimolanti e interessanti. Perciò, per quanto sia

estrema la moda, se l'artista è in grado di selezionarne alcuni aspetti che
risulteranno in una buona disposizione per il suo ritratto, il lavoro non

avrà mai l'offensivo aspetto fuori moda. I principi che governano i buoni