Page 45 - Francesco tra i lupi
P. 45

VII. Camminare con chi non crede














    Una basilica in un mattino d’ottobre, un giornale in una mattinata di settembre. I percorsi di due pontefici,
    tesi a gettare un ponte verso la riva dei non credenti, passano da Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, e dalla
    redazione della «Repubblica» a Roma.
      È il 27 ottobre 2011, fa freddo: nell’atrio di Santa Maria degli Angeli Benedetto XVI stringe la mano e dà il
    benvenuto agli esponenti religiosi venuti ad Assisi per partecipare alla «Giornata di riflessione, di dialogo e
    preghiera per la pace e la giustizia nel mondo». Papa Ratzinger, con qualche esitazione, ha ripreso l’idea di
    Giovanni Paolo II di convocare un vertice interreligioso nella città di san Francesco. Accanto a dignitari delle
    Chiese cristiane ci sono ebrei, musulmani, rappresentanti dei credi orientali e delle tradizioni africane. C’è
    una novità. Per la prima volta il pontefice tedesco ha voluto invitare personalità non credenti: la professoressa
    franco-bulgara Julia Kristeva, semiologa e psicanalista, il filosofo messicano Guillermo Hurtado, l’economista
    austriaco Walter Baier, il filosofo italiano Remo Bodei.
      Già nel settembre 2009 Benedetto XVI, in occasione del suo viaggio in Cechia – uno dei paesi europei dove
    è maggiormente diffuso l’ateismo dell’indifferenza – aveva deciso di aprire il confronto con i «cercatori di
    verità», uomini e donne interessati a interrogarsi sul senso dell’esistenza al di là del confine tra immanenza e
    trascendenza.
      L’idea  di  un  confronto  tra  agnostici  e  credenti  papa  Ratzinger  l’aveva  successivamente  precisata  in  un
    discorso alla curia, sostenendo la necessità che al «dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il
    dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non
    vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto». Benedetto XVI
    propone la creazione di uno spazio di incontro, chiamandolo – in ricordo dell’omonimo ambiente nel tempio
                                                                  140
    di Gerusalemme, aperto ai non ebrei – «Cortile dei gentili» .
      In Santa Maria degli Angeli Julia Kristeva esorta a scommettere sul «rinnovamento continuo delle capacità di
    uomini e donne di credere e conoscere insieme». La semiologa invita a trovare «complicità» tra l’umanesimo
    laico, scaturito da Rinascimento e Illuminismo, e l’umanesimo cristiano. Il suo approccio rivaluta i grandi
    codici morali della tradizione: Bibbia, Vangeli, Corano, Rigveda, Tao... L’essenziale, sottolinea, è il criterio
    di libertà. E dunque ricorda le battaglie per la liberazione della donna, la cura amorosa dell’altro, la cura della
    terra, la sollecitudine per i giovani, i malati, gli anziani, i disabili. Va impedito, sottolinea la Kristeva, il rischio
    della distruzione del pianeta, che l’homo sapiens per la prima volta nella storia sarebbe in grado di realizzare in
                                                141
    nome  di  credenze,  religioni  o  ideologie .  Ma  per  dedicarsi  al  comune  obiettivo  di  salvezza  del  pianeta,
    afferma Kristeva, è indispensabile rimettere permanentemente in questione le proprie tradizioni, la propria
    situazione  personale,  storica  e  sociale.  «L’Uomo  con  la  maiuscola  non  esiste...  l’uomo  non  fa  la  storia»,
    proclama la psicanalista. Al contrario, «noi siamo la storia». Uomini e donne nella loro specificità e diversità
                142
    individuale .
      La non credente accoglie l’offerta di un dialogo critico, mentre rivolge a papa Ratzinger un appello contro
    ogni tentazione di trasformare pensiero e fede in ideologia. Benedetto XVI replica, manifestando la volontà
    della  Chiesa  di  ritrovarsi  insieme  come  «pellegrini  della  verità  e  pellegrini  della  pace»  e  confermando
                                                                                                                   143
    l’impegno deciso a favore della «dignità dell’uomo... contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto» .
      Due  anni  dopo,  l’11  settembre  2013,  i  lettori  trovano  in  edicola  lo  strillo  «Papa  Francesco  scrive  a
    “Repubblica”:  Dialogo  aperto  con  i  non  credenti».  Nei  due  anni  intercorsi  il  pontificio  consiglio  per  la
    Cultura, diretto dal cardinale Gianfranco Ravasi, ha organizzato numerosi incontri fra credenti e non credenti
    in varie nazioni del mondo. Ravasi parla di una Chiesa che riconosce l’esistenza di «visioni diverse della realtà»
    ed  è  disposta  a  misurarsi  con  il  fatto  che  il  credente  e  l’ateo  sono  entrambi  portatori  di  un  messaggio
   40   41   42   43   44   45   46   47   48   49   50