Page 49 - Francesco tra i lupi
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iniziano a darmi di gomito per suggerirmi di reagire...». Tuttavia, subito dopo Ratzinger dichiara che i seguaci
delle religioni non possono considerare Dio come loro proprietà e che l’interrogarsi dei non credenti è un
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richiamo per «tutti i credenti a purificare la propria fede» . Un fatto straordinario, commenta la psicanalista:
«Il papa riconosceva che nessuno è proprietario della verità e che i credenti devono interrogarsi come noi...
era la prima volta».
C’è un punto su cui il pensiero di Francesco diverge radicalmente da quello del suo predecessore. Al papa
argentino è del tutto estranea l’idea che l’essere atei provochi sofferenza e porti alla decadenza dell’umano. Da
cardinale, dialogando con il rabbino Abraham Skorka di Buenos Aires sui nodi principali della fede nell’epoca
contemporanea, Bergoglio aveva affermato: «Non direi mai [ad un ateo] che la sua vita è condannata, poiché
sono convinto di non avere il diritto di giudicare l’onestà di quella persona. E ancor meno se mostra di avere
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virtù umane, quelle che rendono grande una persona e fanno bene anche a me» .
Ha scritto Francesco nella sua lettera a Scalfari che è giunto il momento di superare la barriera di
incomunicabilità creatasi tra la Chiesa e la cultura d’ispirazione cristiana da un lato e la cultura moderna
d’impronta illuministica dall’altro. Per chi è un fedele seguace di Gesù, ha precisato, «questo dialogo non è un
accessorio secondario dell’esistenza del credente: ne è invece un’espressione intima e indispensabile». Ai
gesuiti della «Civiltà Cattolica» ha raccomandato di dialogare persino con «coloro che non condividono la fede
cristiana», ma coltivano alti valori umani secondo l’indicazione del documento conciliare Gaudium et spes.
Julia Kristeva ritiene che il confronto tra il genio cristiano e le altre filosofie porti a toccare un nodo cruciale
della formazione dell’individuo. «C’è un bisogno costitutivo di credere, che è pre-religioso e pre-politico»,
dice. Freud lo chiama Besetzung, investimento. «All’inizio il bimbo è in braccio alla madre, corpo a corpo. Poi
appare il padre che “riconosce” il bimbo, il quale a sua volta “riconosce” il padre. Da lì, attraverso un lavoro
psichico, nasce il parlare, il comunicare. È l’investimento». Non a caso la radice di “credere” in sanscrito
accomuna la fede e il credito economico.
Il dono reciproco è la base dei legami umani, chiarisce la psicanalista. «Concentrati sul combattere l’abuso di
fede da parte della religione, noi laici abbiamo dimenticato la base benefica del credere, il patto di fiducia con
l’altro. Dovremmo insegnarlo a scuola per contrastare il “male radicale”, che è la rottura dei legami. Perché è
giusto criticare la credulità, ma è necessario credere in ciò che si fa».
140 Benedetto XVI, Discorso alla curia, 21.12.2009.
141
J. Kristeva, «Asia News», 27.10.2011.
142
Ibid.
143
Benedetto XVI, Intervento alla Giornata di Assisi, 27.10.2011.
144 M. Politi, «Il Fatto Quotidiano», 20.03.2011.
145
Francesco, Udienza ai media, 16.03.2013.
146
E. Scalfari, «la Repubblica», 7.07.2013 e 7.08.2013.
147
Francesco, «la Repubblica», 11.09.2013.
148 Ibid.
149
I. Buruma, «la Repubblica», 15.10.2013.
150
Papa Francesco, E. Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, Einaudi-la Repubblica 2013.
151
Ibid.
152 Ibid.
153
Ibid.
154
A. Beltramo Álvarez, «www.lastampa.it», 22.11.2013.
155
J. Kristeva, Colloquio con l’autore.
156 Benedetto XVI, Intervento, 27.10.2011.
157
J.M. Bergoglio, A. Skorka, Il cielo e la terra, Mondadori 2013.