Page 87 - Riflessologia della memoria
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seconda parte del sogno, ripresa la ricerca (il volo), si palesa invece la concreta possibilità di

      una  sincera  identificazione,  che  porta  a  un  bellissimo  mandala  interiore  (la  città),
      indispensabile tappa per ritrovare il proprio sé spirituale (il ritorno a casa).
         Qui è mostrata chiaramente la molteplicità e la conflittualità esistente all'interno della sua
      parte femminile: il desiderio e la speranza di avere trovato un centro in cui regni l'accordo (il
      gruppo  di  donne)  e  l'evidente  constatazione  di  divergenze  intrinseche  ancora  esistenti  (la
      donna che si allontana e l'eterna questione del bene e del male). Non ci sono dubbi, peraltro,
      sull'identificazione della sognatrice con il gruppo che si interessa di spiritualità...

         Nella  prima  scena  entrambi  i  gruppi  manifestano  un  atteggiamento  violento:  il
      riconoscimento non avviene, nonostante le speranze, e la protagonista è costretta a prendere il
      volo da sola. La situazione deludente costringe Anna a rimettersi in viaggio per cercare il suo
      vero e autentico Sé, in cui regna l'armonia: sollevandosi in volo (questo richiama l'elemento
      spirituale, ma anche un cambio di prospettiva) può finalmente riprendere la strada di casa e
      incontrare persone con le quali vi è vera affinità. La solitudine dura poco, perché, tra i vari

      mondi che possiamo visitare, dev'essercene uno in grado di accoglierci. E così è, in effetti.
      Molte persone abitano nella piccola città del sogno, utopica per la mente quanto reale per la
      psiche, e con loro Anna si trova bene.
         Questa contrapposizione probabilmente si è manifestata anche nella vita concreta, attraverso
      la ricerca di persone con le quali condividere interessi e ideali. Quando non c'è unità dentro di
      noi, tuttavia, la ricerca spesso si rivela poco soddisfacente. Non appena iniziamo a stare bene
      con noi stessi, però, quasi per magia migliorano anche i rapporti con il prossimo, e attiriamo

      nella nostra vita persone a noi più affini.


        Rincuorata  da  una  crescente  fiducia  in  sé,  Anna  decide  di  affrontare  temi  più  scottanti
      relativi  alla  sua  infanzia.  Tra  le  Placche  esaminate  ne  troviamo  una  piuttosto  sensibile:  è
      quella collegata al quarto anno di vita. Dopo la stimolazione, giungono le risposte oniriche che
      seguono.


        “Sogno  di  svegliarmi  in  una  grande  stanza.  Mio  figlio  dice:  ‘Guarda  dove  ha  dormito
      papà!’. Mi avvicino e vedo mio marito sdraiato sulla cassettiera bianca che c'è in camera

      da letto. Non capisco il perché. A causa del suo peso, la cassettiera è tutta schiacciata da
      un lato. Ormai è rotta!
         Comincio a piangere: mi sento impotente. Gli avevo già chiesto di non venire nei miei
      sogni, ed eccolo di nuovo! Mi arrabbio e gli chiedo di andarsene. Se ne va, ma ritorna poco
      dopo con un materasso che mette a terra e vi si sdraia sopra. Non è possibile! Lo lascio lì e
      me ne vado io!”.


        Inizialmente  appare  strano  il  collegamento  con  il  marito  (scomparso  sei  anni  prima)  e  il
      figlio  emerso  in  risposta  a  una  richiesta  di  chiarimento  legata  all'infanzia,  ma  il  giorno

      seguente ci viene offerta un'evoluzione che, riagganciandosi al tema, consente di comprendere
      meglio il messaggio pervenuto.


        “Sogno  nuovamente  mio  marito.  Questa  volta  è  affettuoso.  Mi  chiede  come  sto  e  mi
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