Page 86 - Riflessologia della memoria
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la parte razionale tende a sminuire un evento “sciocco”, come quello della madre che
interferisce con l'attività culinaria della figlia, perché non ne riconosce il simbolismo.
Il nostro lato conscio, quello dotato di razionalità, fatica a comprendere il coinvolgimento
emotivo che si può verificare durante un sogno. Non dobbiamo dimenticare che la nostra parte
razionale è quella che percepisce il mondo attraverso i sensi fisici e che, di conseguenza,
distingue tra quello che è reale (secondo lei) da quello che è fantasia. È reale tutto ciò che gli
attributi fisici sensoriali possono vedere, toccare, udire, gustare e annusare, tutto il resto è
immaginazione. Di fronte alle manifestazioni del sogno la parte razionale è sconcertata, ma in
quel mondo non è lei a farla da padrone, è l'inconscio il vero protagonista. E l'inconscio non è
in grado di distinguere tra vero e falso: tutto ciò che è evento psichico è reale e pertanto la
reazione giungerà di conseguenza. Aggiungiamo che nel mondo onirico, dove le emozioni sono
svincolate dalle azioni materiali, non esistono le leggi fisiche che legano al tempo e allo
spazio. Perciò un'emozione può durare un millesimo di secondo e apparire,
contemporaneamente, eterna.
I bambini, fintanto che non hanno ancora formato totalmente la propria razionalità, vivono
gli avvenimenti in modo vagamente simile alla percezione psichica onirica. Non è
indispensabile che la mamma si comporti con palese disinteresse nei confronti della figlia
perché quest'ultima percepisca l'essenza dell'egoismo. D'altra parte è probabile che una bimba
con otto fratelli difficilmente otterrà le attenzioni materne desiderate, soprattutto se, pur
essendo tra gli ultimi nati, ce ne sono due ancora più piccoli di lei. E non c'è possibilità
alcuna di sostituire la figura materna quando questa “tradisce” le nostre aspettative!
A questo punto inizia il processo di liberazione dai carichi emotivi collegati con le figure di
entrambi i genitori e, quasi automaticamente, l'attenzione si sposta sulla polarità interna
femminile/maschile.
“Sto girovagando per un paese, quando decido di partecipare a una riunione di un gruppo
di donne che affronta problematiche alternative. Durante l'incontro, una di loro si alza
maledicendo il gruppo. Mentre se ne va sento freddo, come se quella donna lavorasse per le
tenebre. Propongo alle altre di purificare il luogo pregando e inviando amore a quella
donna. È vero che non mi conoscono, ma, essendo persone attente alle questioni spirituali,
non dovrebbero rifiutare. Invece escono dal locale e io le seguo fino a incontrare un altro
gruppo di donne capeggiate da colei che se n'era andata prima. Cerco di farle ragionare,
ma stanno per picchiarsi.
Delusa mi allontano, e, per arrivare a casa al più presto, mi sollevo da terra e inizio a
volare. Presa dal piacere del volo non rientro subito, ma mi attardo a osservare il
paesaggio e le persone. Queste non mi vedono, nonostante passi vicino alle loro teste.
Giungo in una piccola città molto bella. Atterro e la visito, chiacchierando piacevolmente
con molte persone che abitano lì”.
Dopo il tema dei genitori, dall'inconscio di Anna affiorano quello dell'identità e quello del
riconoscimento di se stessa in ambito sociale. Il tema dell'identità si concretizza nel confronto
con altre donne e nella profonda presa di coscienza delle differenze sostanziali esistenti. Nella