Page 85 - Riflessologia della memoria
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simbolicamente  rappresentato  dalla  “cellula  primordiale”  uovo.  Anna  vuole  imparare  a

      trasformare (cucinare) la sua essenza (l'uovo) senza che nessuna sua esperienza vada perduta,
      per avere accesso a un sapere e a una consapevolezza superiore. Ricordiamo infatti che l'uovo
      raffigura anche l'Uovo Filosofico, simbolo della conoscenza, della saggezza e dello spirito.
         Il padre, figura indubbiamente amata e non più presente, si offre in questo primo episodio di
      svolgere un ruolo simile a quello assunto da Virgilio per Dante Alighieri nella sua Divina
      Commedia  (il  tema  in  questione  è  troppo  affascinante,  meglio  abbandonare  subito  le
      considerazioni sulla simbologia onirica dell'opera dantesca per non perdersi in una questione

      di proporzioni immense!).
         Nel  sogno  notiamo  che  ogni  membro  della  famiglia  ha  un  proprio  spazio  e  una  frase
      specifica  dedicata  a  lui,  a  indicare  l'eredità  e  gli  insegnamenti  paterni.  La  sofferenza  che
      correda l'episodio onirico, poco spiegabile razionalmente anche nel sogno, si manifesta senza
      consentire alcuna forma di controllo. Questo pianto liberatorio riveste anche la funzione di
      indicatore per un periodo cruciale della vita di Anna: l'anno della dipartita del padre.



        Il primo spostamento lungo la linea temporale quindi è già avvenuto, e la prossima tappa
      sarà  il  momento  della  scomparsa  del  padre.  Così  facendo,  creiamo  la  polarizzazione  per
      l'episodio onirico successivo:


        “Sto  cucinando  un  numero  imprecisato  di  uova  al  tegamino,  quando  arriva  mia  madre
      che, afferrato un pezzo di pane, inizia a intingerlo nel tegame e a mangiare. Le chiedo di
      aspettare  che  le  uova  siano  pronte,  per  pranzare  insieme.  Non  si  accorge  di  me.
      Guardandola, la sento molto distante e inizio a piangere. È un dolore profondo e antico, che
      già conosco. Mi allontano piangendo, mentre continua a mangiare. Ho ancora in mano, in

      un sacchetto, altre uova che non ho neppure potuto cuocere. Mi siedo sui gradini di  una
      scala, con le spalle appoggiate a un muro”.


        Si  ripresenta  il  simbolo  della  vita  che,  questa  volta,  preannuncia  l'entrata  in  scena  della
      figura materna, sicuramente più controversa rispetto a quella del padre, ma che, proprio per
      questa ragione, assume maggiore evidenza in concomitanza della perdita di quest'ultimo.
         Anna  sta  lavorando  su  se  stessa  (forse  anche  per  elaborare  il  doloroso  lutto),  per  poi
      condividere le sue ricchezze (le uova cucinate) insieme con la famiglia (pranzare insieme).

      Ma  in  questo  delicato  contesto  simbolico  sopraggiunge  la  madre,  che  manifesta  un
      atteggiamento incurante, anteponendo i suoi bisogni a quelli della figlia.
         Il “dolore profondo e antico” racchiude un gran numero di episodi, il cui filo conduttore
      deve  essere  stato  interpretato  da  Anna  come  disinteresse  nei  suoi  confronti  e  attenzione
      egoistica per la propria personale sopravvivenza da parte della mamma. L'intensa sofferenza
      provata per un dettaglio apparentemente innocuo, come il fatto di essere disturbata durante la
      preparazione  delle  uova,  può  sembrare  esagerata  e  forse  persino  assurda.  Ma,  per  capire

      correttamente l'aspetto emozionale dei sogni, occorre tenere presente che essi non rientrano
      nell'ambito della mente razionale, bensì in quello della sfera inconscia.
         Per  prima  cosa,  la  nostra  razionalità  non  è  in  grado  di  giustificare  un’autentica  risposta
      emotiva di fronte a un evento pseudoimmaginario, come può essere un sogno. Secondariamente
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