Page 128 - Riflessologia della memoria
P. 128
presenta un omone altissimo che vuole entrare dicendo di stare cercando proprio me, ma io
non lo conosco. Non l'ho mai visto e non capisco cosa possa volere da me. Così mi oppongo
al suo ingresso in casa; gli dico che sicuramente ha sbagliato e lo indirizzo verso
l'inquilino del piano di sotto.
Chiudo la porta e vorrei tornare a dormire, ma l'uomo cerca ancora di entrare, adesso
con maggiore forza, e sostiene non aver sbagliato posto. Spingo con violenza la porta per
non farlo entrare in casa. Mi sento molto agitato e quando la tensione è al massimo mi
sveglio”.
Troviamo ancora il sognatore nella sua casa e nuovamente qualcuno, da fuori, richiama la
sua attenzione e cerca di entrare: è il suo doppio, il suo Sé. Questa volta, però, l'inconscio di
Raffaele si è fatto prepotente. È come se la ripetuta stimolazione, che equivale a una richiesta
di dialogo e di aiuto, autorizzasse la sua parte inconscia, il suo doppio, ad agire con maggior
vigore. È come se dicesse: sei tu che mi hai cercato!
Lo stesso Jung, figura cardine nell'interpretazione dei contenuti onirici, sosteneva che
quando nei sogni compare una persona sconosciuta dello stesso sesso del sognatore, questa
raffigura la sua ombra, il suo doppio interiore, l'inconscio. La rappresentazione acquista
un'importanza ancora maggiore quando il personaggio del sogno conosce il sognatore.
“Attraverso i sogni si acquista coscienza degli aspetti della propria personalità che, per
varie ragioni, non si desidera conoscere direttamente troppo da vicino. Questo è ciò che
Jung definisce ‘la coscienza dell'ombra’ (Jung usa il termine ombra per indicare questa parte
inconscia della personalità, perché effettivamente essa si manifesta spesso nei sogni in forma
personalizzata)”.
“L'ombra si manifesta sotto le
vesti di una persona dello
stesso sesso del sognante”.
“L'ombra è ostile solo quando
sia ignorata o misconosciuta”.
— MARIE-LOUISE VON FRANZ,
COLLABORATRICE DI CARL GUSTAV JUNG
Ancora una volta, però, Raffaele rifugge dalla possibilità di trovarsi faccia a faccia con il
suo lato in ombra, quello sconosciuto. Forse razionalmente vorrebbe delle risposte, ma poi la
paura risulta predominante, a dispetto di ogni sua buona intenzione. Nella realtà, quindi, non è
così disposto come crede ad affrontare una vera introspezione. O forse non è ancora pronto.
Non è pronto a prendersi la responsabilità di curare il suo bambino e nemmeno sembra
essere preparato a fare la conoscenza del suo doppio. Non sente ragioni neanche quando a
presentarsi di fronte a lui è un uomo grande e grosso; si oppone con tutti i mezzi a sua
disposizione all'ingresso di questo sconosciuto, ma lo sconosciuto altri non è se non la sua
parte che non trova ascolto.