Page 56 - Meditazione sui colori
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3. GLI “INGREDIENTI” DELLA MEDITAZIONE CROMATICA









      Prima  di  avviare  la  pratica  meditativa  consideriamo  gli  elementi  o  momenti  che  la
      compongono.
         Il rilassamento iniziale costituisce lo “stacco” dalle occupazioni, dai pensieri e dallo stato
      d’animo  che  ci  hanno  accompagnato  fino  a  quel  momento.  Sulla  soglia  della  meditazione
      occorre distendersi sul tappetino, fare respiri profondi, ascoltare una musica dolce a basso
      volume  (appena  percettibile),  chiudere  gli  occhi  e  rilassarsi,  allentando  così  ogni  tensione

      psichica e muscolare.
         Si tratta di cinque minuti che segnano il passaggio da una dimensione all’altra, in cui fa da
      ponte, come abbiamo detto, il ricordarsi della propria motivazione e il desiderio di donarsi
      benessere fisico e spirituale.
         La  respirazione  consapevole,  secondo  le  antiche  tecniche  del  pranayama  («controllo

      dell’energia vitale»: prana, «energia vitale» + yama, «controllo»), accompagna l’esecuzione
      e il succedersi degli esercizi.
         Il  respiro  unisce  il  corpo  allo  spirito  e  il  pranayama  sviluppa  la  capacità  di  dirigere  e
      controllare  la  forza  vitale  tramite  il  processo  del  pensiero,  perché  la  mente,  guidata  dalla
      volontà,  è  in  grado  di  indirizzare  questa  energia  che  entra  in  noi  con  il  respiro,  sia
      rigenerandoci  fisicamente  sia  permettendoci  di  percepire  interiormente  le  qualità  di  pace,
      gioia e amore.

         «Il  pranayama  purifica  il  sangue  e  favorisce  la  digestione»,  afferma  Patanjali,  «Inoltre
      sviluppa l’agilità e l’elasticità mentale» (Yogasutra).
         Per le sue qualità benefiche, grazie alla pratica costante, può diventare un’ottima abitudine
      respiratoria.
         La concentrazione è l’“anticamera” della meditazione: si focalizza il pensiero su un punto

      (respiro, immagine, parola, chakra, colore) e con pazienza e costanza si richiama la mente che,
      abituata a vagare libera (come una scimmia ubriaca da un ramo all’altro, dicono in Oriente),
      mal  sopporta  di  essere  aggiogata.  Fermare  il  turbinio  mentale,  anche  per  qualche  attimo,
      permette  l’accesso  alla  “stanza  luminosa”,  a  quel  silenzio  interiore  in  cui,  secondo  San
      Giovanni  della  Croce,  lo  Spirito  consacra  segretamente  l’anima  e  guarisce  le  ferite  più
      dolorose.
         La  visualizzazione  di  immagini  e  colori,  associata  a  sensazioni  sinestetiche  (vedere,

      odorare,  gustare,  udire,  toccare)  costituisce  l’elemento  centrale  della  pratica  meditativa
      cromatica,  tale  da  produrre  direttamente  un  effetto  psicologico  e  fisico  secondo  la  valenza
      simbolica ed energetica di ciascun colore. L’esercizio utilizza la facoltà immaginativa unita
      alla volontà.
         Le asana sono le posture meditative, alcune delle quali derivate dalla yoga e dal baduanjin

      (antico  metodo  cinese  di  ricarica  energetica  basato  sui  principi  del  Qi  gong,  «movimento
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